A che punto siamo per il Varese in Lega Pro?

La salita in terza serie a braccetto con lo Sporting Bellinzago sembra ormai molto difficile. Ma ci sono comunque risvolti interessanti

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Il Varese Calcio in Lega Pro senza passare dalla Serie D, grazie all’alleanza con lo Sporting Bellinzago? L’ipotesi avanzata una decina di giorni fa, grazie appunto a un accordo stretto dai biancorossi insieme alla società piemontese, sembra essere sempre meno praticabile. Però, grazie al lavoro di questo periodo, c’è un margine perché nasca per la società qualcosa di interessante.

LE MOSSE E LE SCADENZE – Per riportare la Lega Pro a Varese era necessario anzitutto che lo Sporting Bellinzago facesse alcune mosse nel tempo debito. Entro il 20 giugno i passi da compiere erano il cambio di sede e il cambio di denominazione: lo Sporting è così stato trasferito a Lonate Pozzolo (unico comune della provincia di Varese con cui confina la località piemontese) e ha poi scelto di chiamarsi Sporting Varese. A questo punto quindi, il club con il nome rinnovato ha avanzato in Figc la richiesta di deroga per giocare in un impianto idoneo nella regioni di appartenenza (ora, la Lombardia) perché a Lonate non c’è un campo adatto alla Lega Pro. Naturalmente lo stadio scelto è stato il Franco Ossola e per questo motivo è stata inoltrata tutta la documentazione relativa al fatto che l’impianto di Masnago sia a norma.
L’altra scadenza – adempita entro il 24 giugno – riguardava l’impegno di iscrivere ai campionati di riferimento le formazioni giovanili e di tesserare a tempo debito le figure professionali attive nel vivaio.

I PROBLEMI – Nonostante l’ex Sporting Bellinzago, ora Sporting Varese, abbia compilato per tempo i moduli e le richieste avanzate dalla federazione, il trasferimento è ancora in forse e – anzi – sembra difficile che possa andare in porto, vediamo perché. Anzitutto c’è un problema legato alla denominazione: nella Città Giardino esiste già un club e cioè… il Varese Calcio. La Figc è restia (il testo della norma è comunque controverso) a concedere a una seconda società il nome della città (ovvio, la cosa filerebbe liscia se una squadra già esistente arrivasse a suon di promozioni allo stesso livello sportivo). Se l’attuale Varese Calcio chiudesse i battenti nei prossimi giorni, il problema si risolverebbe ma questo è un passaggio troppo rischioso (in caso di nulla di fatto, i biancorossi sparirebbero).
L’altro intoppo, quello che pare difficilmente sormontabile, è relativo al cambio di sede: la FIGC vieta un trasferimento se quello precedente risale a meno di due anni prima, e lo Sporting si è spostato da Oleggio a Bellinzago nel 2015. Quindi fino al 2017 non potrebbe cambiare località, né andando a Lonate Pozzolo né altrove. Anche qui c’è qualche piccolo margine di manovra ma un primo parere negativo è già arrivato sulla scrivania virtuale dello Sporting Varese.

COSA SI ASPETTA ORA – Fatte le doverose spiegazioni qui sopra, ora lo Sporting Varese (e pure lo Sporting Bellinzago e il Varese Calcio) attende di conoscere il proprio destino. A giorni è atteso un pronunciamento del presidente federale Carlo Tavecchio, colui che può decidere il destino della nuova società. Il nodo riguarda come detto il cambio sede: se la Figc lo accettasse, la deroga relativa al campo sarebbe concessa.

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COSA FA IL VARESE CALCIO ATTUALE? – «Prima di tutto voglio dire alla gente una cosa: non stiamo con le mani in mano ad aspettare gli eventi ma siamo al lavoro per garantire un’altra stagione di alto livello al Varese». Le parole del presidente Gabriele Ciavarrella sono indicative: in attesa di capire se nascerà o meno lo Sporting Varese di Lega Pro, il suo club sta cercando di costruire una squadra solida, con una base che possa fare bene in Serie D ma anche reggere a un livello superiore. Dagli uffici confermano: se il progetto Sporting saltasse, il Varese ha tutto pronto (anche a livello burocratico) per proseguire la propria avventura sportiva dopo la promozione record appena ottenuta.

E LA FAMIGLIA MASSARO? Negli ultimi giorni i tifosi più affezionati al Varese hanno imparato a conoscere la famiglia Massaro, soprattutto il papà Antonio e il figlio Marco. Il primo è il patron dello Sporting e il proprietario della Tecnova, azienda di Oleggio che opera nel campo delle materie plastiche; il secondo è il bomber della squadra piemontese e ha segnato valanghe di gol tra la Terza Categoria e la Serie D. Antonio Massaro è la persona chiave per l’unione tra Bellinzago e Varese e tra l’altro – ecco un aspetto positivo della vicenda – si è accordato con i biancorossi per garantire una sostanziosa sponsorizzazione per la prossima stagione, comunque vada il tentativo comune. «Una persona squisita, che è rimasto colpito favorevolmente da Varese» spiega Ciavarrella che lo ha accompagnato domenica in città prima di portarlo a Masnago in occasione della festa della Curva Nord. Ciavarrella, Galparoli e gli altri dirigenti sarebbero ben felici se Massaro dovesse entrare in qualche modo nei ranghi societari: «Non solo per una questione monetaria, ma per la competenza e la passione che una persona del genere si porta dietro». Se la Lega Pro non arrivasse però, è difficile che Massaro entri nei ranghi biancorossi (e che Marco indossi la maglia del Varese, se venisse richiesto dalla categoria superiore). Il legame però c’è ed è stato sancito: mal che vada il Varese avrà un amico in più, serio e appassionato.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Giugno 2016
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