Dieci nuovi sacerdoti per la Fraternità San Carlo: tra loro un giovane di Varese

Il 25 giugno a Roma saranno ordinati dal fondatore mons. Camisasca. Missionari in Cile, Messico, Spagna e Italia

Varie

Nel trentennale della fondazione, la Fraternità san Carlo festeggia con l’ordinazione di dodici suoi membri: sabato 25 giugno 2016, alle 15.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, mons. Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla e fondatore della Fraternità, ordinerà dieci sacerdoti e due diaconi.

Tra i nuovi sacerdoti c’è don Cristiano Ludovici, di Varese. Don Cristiano, 29 anni, dopo l’ordinazione sacerdotale tornerà a Torino, dove ha trascorso l’anno di diaconato e dove lavorerà nella parrocchia di Santa Giulia e insegnerà religione in una scuola media.

Questi gli altri ordinandi:

Giuseppe Cassina, 31 anni originario di Meda (Mb), e Stefano Motta, 33 anni, anch’egli brianzolo, di Seveso (Mb), continueranno il loro lavoro nella parrocchia di San Juan Bautista a Fuenlabrada (Spagna), dove hanno trascorso l’anno di diaconato.

Alessio Cottafava, trentacinquenne di Rio Saliceto (Re) e Tommaso de Carlini, brianzolo trentaduenne di Macherio (Mb), torneranno nel Cile, dove hanno completato la loro formazione e l’anno di diaconato. Vivranno nella casa di San Bernardo e lavoreranno nella parrocchia del Divino Maestro.

David Crespo, portoghese di 32 anni, e Davide Tonini, milanese di 31 anni, sono entrambi destinati alla casa di Città del Messico, dove proseguiranno i loro studi e lavoreranno nella parrocchia di Maria Inmaculada.

Giovanni Fasani, milanese di 35 anni, rimarrà a Roma dove continuerà a svolgere l’incarico di vicerettore della Casa di formazione. John Roderick, canadese, 33 anni, dopo l’anno di diaconato trascorso in Cile, partirà alla volta della nuova casa di Bogotà (Colombia). Stefano Tenti, 34 anni, di Cattolica (Rn), continuerà il suo lavoro a Reggio Emilia, dove collabora con il vescovo Massimo Camisasca.

Nella stessa celebrazione saranno ordinati due diaconi. Marco Vignolo, 32 anni, di Rapallo (Ge), è destinato alla casa della Navicella a Roma, dove continuerà i suo studi e collaborerà nella parrocchia di Santa Maria in Domnica. Mattia Zuliani, 28 anni, di Brenna (Co), raggiungerà la casa di Nairobi, nella periferia di Kahawa.

La Fraternità San Carlo è nata nel 1985 su ispirazione di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e liberazione, è oggi presente con 33 case in 17 Paesi del mondo. Ha 133 preti e 30 seminaristi.

Di seguito le parole del giovane varesino:

Una promessa compiuta di Cristiano Ludovici

A tredici anni un po’ mi dispiaceva l’idea di lasciare che la mia fede si spegnesse ma, per come l’avevo conosciuto fin lì, Dio aveva pochissimo a che fare con la mia vita. Se non poteva mantenere la sua promessa di travolgere tutto di me, come poteva pretendere di essere Dio? L’anno dopo essere approdato al liceo classico di Varese, ero deciso a mettere alla prova ogni cosa che sembrasse promettermi un orizzonte totalizzante, fosse anche la musica che ascoltavo, il mio look decisamente poco convenzionale o quel residuo di ideologia di sinistra che ancora imperversava nelle scuole. Ma quello che sperimentavo, anziché la sperata scoperta di un centro capace di far convergere tutte le mie energie, era la frammentazione della vita in una galassia di ambiti che non avevano niente a che fare tra loro. Così, quel mio orizzonte che non bastava, con i pomeriggi passati fra gli amici, le ragazze e i concerti del sabato sera, si infranse di fronte ad un invito al Meeting di Rimini nell’estate del 2002. La proposta arrivava da mio fratello, che da qualche tempo frequentava questo nuovo giro che non suscitava certo le mie simpatie, ma in fondo si trattava di rischiare soltanto tre giorni delle mie vacanze! Lì conobbi i miei coetanei di Gs. Di loro mi stupì e mi interrogò la capacità di vivere riportando sempre tutto ad un punto, quello stesso punto ordinatore che da sempre stavo cercando. Così, insieme ai nuovi amici, dovetti cogliere la sfida di quel “Gesù presente tra loro”, come in modo un po’ sfacciato ripetevano sempre. Di ritorno a Varese, cominciò il susseguirsi di inviti alle bellissime serate e ai momenti di vita insieme, con grande sollievo dei miei genitori per le mie nuove frequentazioni. Avevo finalmente trovato la compagnia che non avrei più lasciato. Pochi mesi dopo, durante una vacanza di Gs a Roma, mi capitò di chiacchierare un po’ con Stefano, un ragazzo dell’ultimo anno del mio stesso liceo. Alla classica domanda sulla scelta universitaria, rispose in modo inaspettato: «Entrerò nel seminario della Fraternità san Carlo». Fu per me uno shock, per la prima volta si concretizzava un ideale talmente grande da diventare l’ideale della vita. Si trattava di dare tutto a quel Cristo di cui i nuovi amici mi avevano parlato. Ma Dio non usa mezzi termini, e quando l’anno dopo anche Tommaso, di poco più grande, mi raccontò della sua vocazione al sacerdozio nella Fraternità, non ebbi più dubbi. Dio si era chinato su di me e mi chiamava perché io fossi suo per sempre. Incontrai allora il rettore del seminario, don Gianluca Attanasio. Conoscerlo fu una conferma chiarissima che la strada del sacerdozio non era solo una possibilità che suscitava in me un fascino. In lui vedevo la promessa di compimento di tutta la mia umanità. Mi iscrissi così in università, perché ciò che era stato seminato in me mettesse radici. Tra lo studio della letteratura, l’intensità delle amicizie e della vita nella comunità della Cattolica e il dialogo con don Matteo Invernizzi, il lontano inizio in Gs stava diventando sempre più una vita entusiasmante e matura. Così, il 2 gennaio 2009 raggiunsi finalmente la mia nuova casa a Roma, in via Boccea.

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Pubblicato il 23 Giugno 2016
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