Giuliana Lecca, la prima presidente donna CNA “con il coltello tra i denti”

Pubblichiamo, fino al giorno dei festeggiamenti per il 50esimo anniversario di Cna Varese, le storie dei sette presidenti che si sono susseguiti dall’anno della fondazione di Cna Varese, il 1966, a oggi

 

GIULIANA LECCA – 1985/1994

Nata a Como il 15 marzo del 1948 Giuliana Lecca ha però sempre vissuto a Cunardo, dove aveva una attività di parrucchiera.

E’ stata la prima presidente donna della Cna di Varese e delle Lombardia, e ha mantenuto la carica dal 1985 al 1994 con grande piglio unito a spirito di servizio e grande senso di responsabilità, in un momento di difficile transizione per l’associazione.

Erano anni infatti in cui la CNA faticava ancora a uscire dal collateralismo partitico, anche se a Varese il trauma del commissariamento aveva aperto qualche maggiore spiraglio di autonomia. In Giuliana, una delle poche, se non l’unica donna dirigente al massimo livello dell’Associazione, l’affermazione di questa autonomia, che si esprimeva nell’anteporre i problemi e le esigenze delle imprese associate a erudite argomentazioni politiche prive di contenuto, era connaturata alla concretezza che voleva dare al suo impegno associativo.

«Non voleva che le si preparassero interventi scritti – ricorda Gianni Mazzoleni, che fu segretario Cna e ora è presidente di IFidi – preferiva parlare a braccio dopo aver ascoltato gli altri e avere maturato la sua opinione: era un modo di interpretare la carica irrituale, che in qualche occasione aveva anche scatenato polemiche formali. E lei, poi, mi diceva che se aveva fatto arrabbiare qualcuno evidentemente aveva toccato nervi scoperti e affrontato problemi reali».

Una donna schietta e diretta, che dedicava all’Associazione molto del poco tempo libero che il suo lavoro le lasciava e affrontava i problemi con determinazione: o, come diceva lei, «con il coltello tra i denti».

Una delle prime iniziative da presidente è stata nel 1986 la costituzione di ACS, la società di Servizi della Associazione, cui contribuì concretamente, e rappresentò la Cna nella Commissione provinciale dell’artigianato.

Al termine della malattia che poi la portò via, si interrogava sul post mortem per poi concludere: «Comunque, affronterò quello che sarà con dignità e coraggio», due valori che sono stati la cifra della sua vita, di donna e di dirigente dell’Associazione.

 

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