Imf: cassa straordinaria e rete di ricollocamento per i lavoratori

La storica metalmeccanica alle prese con un concordato in continuità punta nell'immediato all'estensione dell'ammortizzatore sociale e a una strategia di rete per ricollocare i suoi lavoratori

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«Ho dentro di me un dispiacere che riguarda l’azienda e la mia gente a cui bisogna dare una risposta ora». La prima preoccupazione di Gabriele Galante, imprenditore della Imf di Creva di Luino, storica metalmeccanica alle prese con un concordato in continuità, è la sua gente, 140 lavoratori che ogni mattina incontra all’ingresso dell’azienda. «Vedo quei volti – continua Galante – e non posso fare a meno di interrogarmi sulle possibili soluzioni per dare loro un po’ di tranquillità e un minimo di prospettiva».

Il primo passo, secondo l’imprenditore, è ottenere nell’immediato l’estensione della cassa integrazione straordinaria che darebbe alla proprietà più tempo per trovare una soluzione duratura e ai lavoratori un sostegno al reddito. La Imf in 40 anni di attività non l’ha mai utilizzata, fatta eccezione per gli ultimi 4 mesi in cui è stata usata al 20%.

La seconda soluzione riguarda invece una strategia di rete per coinvolgere le tante imprese metalmeccaniche del territorio nel ricollocamento dei 140 lavoratori. Qualcuno se ne è già andato, ma la maggior parte di loro rimane legata all’azienda di Creva e al suo patron, nonostante abbiano una professionalità e un’esperienza che li rende molto “appetibili” sul mercato del lavoro. Leggere in un curriculum l’acronimo “Imf” (Impianti macchine fonderia) puo’ infatti fare la differenza per chi decide di assumere un metalmeccanico perché è come avere una certificazione di qualità sulla competenza, sull’esperienza all’estero e la propensione all’innovazione del lavoratore, frutto della formazione continua, da sempre la sana “ossessione” di Galante. «Non posso biasimare chi ha scelto di andarsene – sottolinea l’imprenditore -.  Molti collaboratori hanno famiglia, figli e mutui da pagare quindi, anche se con dispiacere, hanno giustamente scelto».

La crisi della Imf è stata originata da cause esterne legate alle difficoltà di alcuni mercati esteri, in particolare quello russo e cinese, dove l’azienda vantava una presenza stabile da molti anni. In questi ultimi mesi, non sono mancati i contatti con potenziali acquirenti cinesi, americani e danesi, tutti molto interessati al marchio Imf, per la reputazione di cui gode all’estero, ma non altrettanto interessati alla continuità dell’azienda di Luino.

«Ci sono delle variabili che il singolo imprenditore non può governare da solo perché prescindono dalla sua volontà – conclude Galante -. In questa fase è molto importante un’azione corale in cui Univa, sindacati e imprese del territorio giochino fianco a fianco la stessa partita».

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Pubblicato il 08 Giugno 2016
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