Addio Maison de Geny, il mondo in vendita in un palazzo di Varese

Un "anno sabbatico" in vista per la titolare, Rosanna Vitali. "Niente crisi: ero stanca, ho colto un'occasione"

Ultimi sguardi alla Maison de Geny

Oltre a Sisley, c’è un altro negozio che è agli ultimi giorni di svendita straordinaria, e chiuderà i battenti a luglio. Si tratta del delizioso “Maison de Geny” in una delle vie laterali di corso Matteotti, più precisamente in quella parte di via Francesco del Cairo, ancora ricoperta di pavè, che va dal corso al mitico “piantone”.

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In realtà, è l’unico negozio che chiuderà davvero, per non riaprire più: quella fetta di splendido palazzo (pare fosse un complesso monastico di origine medievale) che lo ospita diventerà, infatti, la nuova sede di Sisley, che quindi non chiuderà del tutto ma semplicemente si sposterà in un altra parte del centro storico.

Per Rosanna Vitali, titolare del negozio (nella foto insieme alla collaboratrice Luigina “Che è con me dal primo giorno”) è invece una vera chiusura: «Chiudo dopo 13 anni di attività dove ho messo molta passione, forse troppa. Ora  ho deciso di mollare – spiega – e alle clienti un po’ disperate che mi chiedono, io dico “lasciatemi un anno sabbatico. Poi magari ricomincerò, ma in altro modo”. Di sicuro con uno spazio meno fisicamente faticoso di questo».

Il negozio è infatti grandissimo, come ricorda chi è stato suo cliente. «E ci si entra come in una casa: ogni tanto anche le scaffalature e i mobili cambiavano di posto, cosi come si rinnova la propria casa. Ma ora è davvero troppo per me, anche se il negozio non andava affatto male». Ora i locali sono spogli: la vendita finale ha lasciato davvero poche piccole cose.

Ma era un posto dove si potevano trovare  gli oggetti più diversi: dalle tazze ai mobili, dall’abbigliamento alle candele. «Oggetti adatti per una casa al lago, o in montagna, una seconda casa un po’ chic o una prima casa informale. Di sicuro, qui veniva chi aveva viaggiato molto, perchè recuperavo gli oggetti un po’ in tutto il mondo».

Tra i clienti, molti parlano altre lingue, anche quelli che approfittano delle ultime occasioni: «Si tratta sia lavoratori nelle multinazionali, che turisti con la seconda casa da queste parti: ci amavano soprattutto gli olandesi, o gli abitanti del nord europa».

Ora sono proprio gli ultimi giorni di vita della Maison: qualche rimpianto?
«Nessuno, non chiudo nemmeno perchè in crisi economica. Ho solo colto un’occasione, in un momento in cui ero davvero stanca e affaticata». Fatto sta che, al posto di una boutique indipendente, entrerà il solito negozio monomarca, rendendo sempre più esiguo l numero dei gestori diretti di ciò che vendono: «Diciamo che se dovessi dire qualcosa alle amministrazioni direi che ci vuole un aiuto se si vuole difendere i veri piccoli negozi. Non necessariamente in senso economico, basterebbe avere aiuto burocratico. Le catene, per esempio, sono attrezzate a far fronte alle difficoltà, ma per gli indipendenti è piu difficile gestire gli imprevisti, che sono sempre più aumentati nel tempo».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Luglio 2016
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