Corrieri di valuta: fermati 63 milioni in aeroporto

Dal cameriere al pensionato, dai pannolini alla nutella: il bestiario raccolto dalla Finanza in un anno e mezzo di indagini per colpire chi non vuole dichiarare i contanti

Soldi in aeroporto

Soldi nella Nutella, negli assorbenti, nei pannolini. E ancora: portati addosso, nella guaina della cintura, nelle scarpe o infilati in culle per neonati, o fra i profumi.

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Vere e proprie opere di “ingegneria dell’occultamento”, le hanno chiamate gli esperti della Guardia di Finanza di Malpensa, abituati oramai da anni a fare i conti col viavai di soldi in partenza e in arrivo in un aeroporto nel cuore dell’Europa produttiva.
In collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane è stata portata a termine un’articolata operazione battezzata “Millionaire” proprio con l’obiettivo del contrasto al traffico illegale transfrontaliero di valuta.

63 MILIONI IN UN NANNO E MEZZO – Negli ultimi 18 mesi sono stati selezionati e sottoposti a controllo, tra gli altri, oltre 6.100 passeggeri in partenza o in arrivo dalle nazionalità più disparate con ingenti quantitativi di valuta contante al seguito.
Quasi 1.700 persone hanno violato la normativa vigente che prevede, per i passeggeri, l’obbligo di dichiarare in dogana gli importi di denaro contante portati al seguito pari o superiori a 10.000 euro; pertanto, sono state comminate nei loro confronti pesanti sanzioni amministrative per l’importo di quasi 650.000 euro e sono stati effettuati sequestri per un importo complessivo che sfiora un milione di euro.
Le somme di denaro contante complessivamente intercettate a Malpensa, particolarmente significative in termini numerici, sono pari a quasi 63 milioni di euro.

CHI SONO I CORRIERI – Il dato più interessante è ovviamente quello relativo alla nazionalità dei corrieri. Le statistiche parlano di due consolidati flussi di valuta in uscita, destinati all’area asiatica e all’area nordafricana, mentre per quanto concerne i nostri connazionali, va evidenziato il fenomeno del tentativo di esportare valuta principalmente verso Paesi del Centro e Sud-America (Brasile e Cuba, solo per citarne due) e, nella maggioranza di questi casi, si tratta di “neo-pensionati” che probabilmente hanno deciso di farsi una “seconda vita” una volta terminata la propria attività lavorativa.
I corrieri di valuta risultano essere nella maggior parte dei casi operai, piccoli imprenditori, addetti alla ristorazione, dipendenti, addetti all’assistenza ed artigiani che tentano di esportare valuta nel loro Paese d’origine al termine di un periodo di lavoro svolto all’interno dei confini nazionali.

INGEGNERI DELL’OCCULTAMENTO – Un articolato discorso merita il confronto “sul campo” tra l’operatore di polizia ed il corriere di valuta, che ricorre a metodologie di occultamento delle banconote che sono divenute, nel corso degli anni, sempre più elaborate e, purtroppo, molto simili a quelle che vengono scoperte nell’ambito del contrasto al narcotraffico internazionale.
Ci si è fatto scudo, peraltro, in diverse circostanze di bambini e neonati, nel tentativo di rendere meno efficaci i controlli e spesso sono state create vere e proprie opere di ingegneria criminale, ricorrendo ad “articolati e fantasiosi interventi” su capi di abbigliamento (cinture, abiti, indumenti intimi), alimentari e prodotti per l’igiene intima (con specifico riferimento ad assorbenti, pannolini ed altro).

BANCONOTE E NUTELLA – Fra i vari controlli effettuati spicca quello relativo al controllo di una giovane cittadina rumena proveniente da Dubai (Emirati Arabi Uniti) e residente in provincia di Bergamo.
La passeggera, al momento dell’uscita, si dirigeva verso la corsia dedicata al flusso “nulla da dichiarare”; i doganieri la notano e scatta il controllo: nel bagaglio stivato venivano rinvenute, occultate all’interno di alcune confezioni di profumi da donna, 400 banconote per un totale di 200.000 euro: verbale e sequestro della somma di 95.000 euro.
Poi il caso del cittadino marocchino in partenza per Beni Mellal (Marocco): “Nulla da dichiarare? “Solo questo”, e tira fuori un assegno bancario per un importo di 4.500 euro. Peccato che nel bagaglio a mano c’erano altri quattro assegni privi del beneficiario o della data di emissione, emessi in Dirham (ossia la valuta del Marocco) per un controvalore totale di quasi 200.000 euro, che il passeggero tentava di sottrarre ai controlli di rito
Si è quindi proceduto a verbalizzare il cittadino marocchino ed a porre sotto sequestro l’intera somma così come previsto dalla vigente normativa valutaria.
Altro risultato eclatante riguarda il rinvenimento di oltre 335.000 euro, abilmente occultati all’interno di confezioni di profumo risigillate in possesso di X.S, un cittadino cinese di 43 anni residente a Torino ed in partenza per Shangai, con questo ingente quantitativo di valuta celato all’interno del bagaglio a mano nonché in quello da stiva ed in questo caso si è proceduto a porre sotto sequestro un importo pari a quasi 163.000 euro.
Infine il caso di un cittadino italiano, partito da Barranquilla (Colombia) via Bogotà (Colombia) via Madrid (Spagna), tentare di importare valuta abilmente occultata in barattoli di generi alimentari inseriti nel bagaglio stivato e nel bagaglio a mano. Il soggetto aveva occultato la valuta all’interno di due confezioni di crema alla nocciola di nota marca nazionale custodite all’interno del bagaglio stivato insieme a capi di abbigliamento ed accessori personali che non davano adito a particolari sospetti. La particolarità della tecnica di occultamento adottata è caratterizzata dalla difficilissima individuazione delle banconote arrotolate all’interno di bustine in plastica, non tracciabili dalla scansione del bagaglio data la natura organica sia della crema di nocciola che della carta delle banconote.

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Pubblicato il 07 Luglio 2016
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