Spente le fiamme si accende il dibattito sul futuro della ex-Peplos

L'incendio che ha distrutto i capannoni potrebbero dare un'accelerata al progetto di riqualificazione che interessa tutta l'area. Il sindaco: "Aree dismesse sono un nodo da affrontare"

Incendio Castellanza pompieri

Il dibattito si infiamma attorno alla ex-Peplos dopo l’incendio che ha causato la distruzione di una parte dei capannoni dell’area industriale dismessa. Spento il fuoco, si accende la discussione su un’area interessata da un imponente progetto di riqualificazione che dovrebbe trasformare i capannoni in palazzine residenziali e per il terziario (uffici, negozi e servizi).

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Incendio a Castellanza 14 luglio 4 di 13

CAUSE OSCURE – Nel frattempo l’area interessata dall’incendio è stata posta sotto sequestro dal magistrato bustocco Maria Cardellicchio che ha delegato le indagini per risalire alle cause del rogo alla Polizia Locale e ai Vigili del Fuoco. Cause che per il momento non sono state ancora individuate mentre resta in vigore il “consiglio” per gli abitanti delle case più vicine, di tenere le finestre chiuse a causa dell’odore acre che ancora emanano i resti carbonizzate del tetto e delle strutture interne.

IL PIANO EX PEPLOS – Sul fronte amministrativo, intanto, la situazione è ancora sospesa. Il piano integrato di intervento è stato approvato dalla precedente giunta e la nuova guidata da Mirella Cerini, da quanto si è capito, non ha trovato il modo di fermarlo dopo un’attenta valutazione di quanto costerebbe al comune avventurarsi in un ricorso: «La decisione ufficiale verrà comunicata i cittadini in maniera chiara e trasparente – fa sapere il sindaco – certamente vanno valutati tutti gli aspetti».

LE AREE DISMESSE – Il sindaco riflette anche sul fatto che «è il secondo incendio in poche settimane (il 23 giugno bruciò l’ex-tintoria Crespi al confine con Castellanza ma in territorio di Legnano, ndr) che interessa grandi aree industriali dismesse – commenta – non possiamo lasciare che situazioni come queste si ripetano con questa frequenza». Servirebbe – come ha detto anche in campagna elettorale – un grande sforzo tra pubblico e privato per trasformare aree in preda al degrado e all’abbandono in luoghi fruibili, sicuri e che tengano insieme l’interesse pubblico con quello privato.

HUMANITAS – Proprio nella ex-Peplos questo connubio di interessi potrebbe concretizzarsi con l’intervento di Humanitas (proprietaria della dirimpettaia clinica Mater Domini) che sembrerebbe interessata a portare un certo numero di ambulatori proprio nelle nuove palazzine che dovrebbero essere realizzate con il piano di intervento.

EX INGHIRAMI – Sempre su questo tema qualcosa si muove nell’area ex-Inghirami, che sta passando nelle mani del Comune in forza di una permuta con gli stessi proprietari dell’area ex-Peplos. Qui le ruspe hanno avviato in questi giorni la demolizione di alcune strutture industriali crollate da anni e che sono visibili dal ponte di via Piave.

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Luglio 2016
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