Contrabbandieri contro finanzieri, le storie incredibili di Scipioni a Villa Toeplitz

Giovedì 1 settembre, alle 18 e 30, l'ex maresciallo (oggi scrittore) della Guardia di Finanza presenterà il libro "Passatori, contrabbandieri e altri racconti" (Edizioni d'Este). Con l’autore, interverrà uno dei vecchi passatori protagonisti delle incredibili vicende narrate nel libro

sergio scipioni

In ognuno di noi c’è un confine e non sempre, questo confine, è una metafora. Almeno non lo è per Sergio Scipioni (foto), che per anni ha presidiato quello tra Svizzera e Italia, con la divisa da maresciallo della Guardia di Finanza cercando di bloccare chi frodava lo Stato contrabbandando sigarette, caffè, zucchero e altre merci. Di notte, con la pioggia e con la neve, in barca e in macchina, persino a nuoto, il duello ingaggiato tra finanzieri e contrabbandieri aveva qualcosa di epico che andava ben al di là delle classiche storie tra guardie e ladri. Un duello quasi esistenziale, reso tale dalla presenza del confine, linea che separava la povertà dalla ricchezza e, durante il nazifascismo, la vita dalla morte.

Scipioni in “Passatori, contrabbandieri e altri racconti” (Edizioni d’Este) porta il lettore dentro quella dimensione così vicina alle nostre vite nel tempo e nello spazio a volte affidandosi ai propri ricordi di giovane finanziere arrivato dalla campagna di Rieti nella nordica Valceresio, a volte a quelli di altri “testimoni” conosciuti per caso e più in là con gli anni, senza però perdere mai la sua capacità di raccontare in modo coinvolgente.

Il libro si apre con la storia di Giocondo, un passatore che salvò la vita a molti ebrei che cercavano una via di fuga in Svizzera. Una storia purtroppo non a lieto fine e non certo per colpa del protagonista venduto, insieme alla famiglia di ebrei che stava portando da Zenna a Brissago, dalla stessa organizzazione che organizzava quei “trasporti” disperati. La figura del passatore era piuttosto ambigua perché si assumeva un grande rischio ma quasi sempre in cambio di un lauto compenso. Giocondo si era innamorato di una giovane ebrea e al dolore per la sua cattura dovette affrontare anche quello della sua deportazione.

Furono molti gli ebrei traditi sul confine e spogliati di tutti i loro averi. Goti Bauer, recentemente ospite dell’Università dell’Insubria per il Giorno della Memoria, raccontò che qualche anno fa era ritornata a Cremenaga, dove venne catturata dai nazisti e da lì deportata ad Auschwitz. Una volta in paese venne avvicinata da un anziano del posto che, indicando una fila di case, le disse: «Lo vede quel quartiere? Lo hanno costruito con i soldi degli ebrei».

Le cronache di Scipioni degli anni Settanta sono la parte più divertente del libro. La lotta quotidiana tra contrabbandieri  e  finanzieri si combatteva a colpi di bricolle colme di sigarette stipate nelle Fiat 125 special denudate di tutti i sedili (ad eccezione di quello del guidatore) per fare spazio alla merce. Scheletri viaggianti guidati da abilissimi autisti e con sole “bionde” (il nome in gergo delle sigarette così chiamate per via del colore del tabacco) a bordo, diretti dalla Valceresio verso Milano. Nessuno voleva perdere il carico e  spesso gli inseguimenti a rotta di collo finivano ai margini di un bosco o su strade impossibili per le Alfa Romeo degli inseguitori. E nemmeno il numero di targa era di aiuto perché i contrabbandieri si servivano di prestanome che nulla avevano da perdere nel regalare le proprie generalità, ma molto da raccontare a chi sapeva ascoltare.

C’è un confine che l’autore tratta con molta delicatezza e con una nostalgia evidente: il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. I racconti finali, quasi tutti a sfondo bucolico, rivelano un attaccamento alla terra e alla famiglia di origine ancora solido e profondo. Scipioni attinge ai suoi ricordi di bambino. Immagini di gente povera e dignitosa, alla ricerca di un riscatto, sì, ma non a qualsiasi prezzo. Tenero il racconto della fuga dal collegio dei preti per il primo incontro “d’amore” con una prostituta di Viterbo. Come carico di pietas è il ricordo del padre, una persona perbene che nei mesi invernali andava a Roma per fare il fuochista di caldaie a carbone tra mille sacrifici e qualche umiliazione di troppo, condizione che sintetizzava in una battuta: «I poveri hanno sempre meno diritti dei ricchi». Frase che Sergio Scipioni non ha mai dimenticato.

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Giovedì 1 settembre, alle 18 e 30, a Villa Toeplitz il giornalista Michele Mancino, vicedirettore di VareseNews, presenterà il libro di Sergio Scipioni, Passatori, contrabbandieri e altri racconti. Con l’autore, interverrà uno dei vecchi passatori protagonisti delle incredibili vicende narrate da Scipioni.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 30 Agosto 2016
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