Da Tradate al Sudafrica, sulle tracce del papà di tutti gli scout

Il viaggio tra avventura e spirito di servizio di tre ragazze scout tradatesi

L'Africa che fa sognare

«Una cosa sembra impossibile finché non viene realizzata» diceva Nelson Mandela; ed è proprio da qui che parte l’avventura di due Camille e una Giulia.

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Sudafrica, nel paese dei sorrisi 4 di 17

Camilla Canavesi, Giulia De Carlini e Camilla Moroni sono tre ragazze che frequentano il liceo e hanno dei sogni nel cassetto che sperano di realizzare. Uno di questi è già diventato realtà: un viaggio avventuroso sulle tracce di sir Robert Baden-Powell, il fondatore del movimento scout.

Oltre allo studio, allo sport e agli amici, hanno infatti una passione che le accomuna: “Siamo scout a Tradate – raccontano – ed è proprio a Tradate che è nata questa “malsana” idea di partire, con lo zaino in spalla, per un’avventura molto lontana dagli stereotipi che alcuni hanno su quello strano mondo che sono gli scout”.

Un’avventura che inzia da settembre con una serie di lavoretti che hanno permesso alle ragazze di finanziare il viaggio. “Ma anche con una serie di attività che ci preparassero all’incontro di gente con lingue e culture diverse dalle nostre”.

Così il 9 giugno scorso arriva il giorno della partenza: “Invece di svegliarci nel nostro comodo letto, libere da interrogazioni e compiti in classe, ci siamo trovate all’aeroporto di Malpensa insieme al nostro capo Andrea, piene di curiosità e con tanta voglia di scoprire ciò che ci aspettava. Ed eccoci, dopo 14 ore di viaggio, catapultate dall’altra parte del mondo: eravamo atterrate nell’aeroporto internazionale di Johannesburg, in Sudafrica“.

Ma perché il Sudafrica? “E’ proprio qui che il generale inglese Baden-Powell, durante la guerra boera, ebbe la brillante idea di usare i ragazzi indigeni come sentinelle, e successivamente di fondare un movimento, che diventerà poi mondiale, chiamato scoutismo”.

Un viaggio alla riscoperta delle origini diviso in tre tappe, vissute come ogni buon scout dovrebbe fare: lontano dai comfort e da tutte le immagini delle riviste di viaggi da mille e una notte.

“Il primo step è stato il villaggio di Mafeking, dove tutto ha avuto inizio – raccontano le ragazze – qui abbiamo fatto conoscenza con gli scout locali, che ci hanno mostrato la loro quotidianità. Tra baracche di mattoni, scuole malandate ma tanti tanti sorrisi, le occasioni per fare servizio non sono di certo mancate. Abbiamo infatti aiutato i ragazzi scout a ridipingere la loro base e siamo stati accolti dai bambini nelle classi delle loro scuole per fare animazione e passare del tempo insieme”.

Ma c’è stato il tempo anche per quanlche incontro ravvicinato con l’anima più selvaggia dell’Africa: “Nella riserva nazionale del Pilanesberg, abbiamo avuto l’opportunità di osservare, fotografare e (purtroppo per noi) interagire con tutti gli animali della savana: dai furti di banane, opera di scimmie dispettose, alla contemplazione degli assonnati ippopotami, alla comparsa improvvisa di un branco di leoni proprio davanti a noi”.

Infine un tuffo nella storia e in alcuni dei luoghi simbolo di questo continent, come Johannesburg: “Gli ultimi giorni del nostro viaggio li abbiamo trascorsi nella caotica città di Johannesburg, dove siamo entrate in contatto con la storia del paese che ci ha accolto. Grazie alla visita dei luoghi simbolici che più hanno segnato il periodo dell’Apartheid e alle chiacchierate con chi questa situazione l’ha vissuta sulla sua pelle, abbiamo capito che, aldilà dei documentari di fantastici tramonti e animali, il Sudafrica cerca ancora di risolvere i suoi molti problemi. E anche a Johannsesburg non sono mancate le occasioni di servizio nella base scout che ci ha ospitato”.

“Il nostro viaggio è finito ma ci porteremo quest’esperienza nel cuore per tutta la vita; in particolare ciò che più ci ha colpite: i sorrisi – concludono Camilla, Giulia e Camilla – In mezzo a gente che non ha niente abbiamo percepito più felicità e cordialità rispetto a quello che siamo abituati tra i nostri agi. Allora ci chiediamo, e vi chiediamo: perché desiderare sempre di più se basta accontentarsi per essere felici?”.

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

Giorno dopo giorno con VareseNews ho il privilegio di raccontare insieme ai miei colleghi un territorio che offre bellezza, ingegno e umanità. Insieme a te lo faremo sempre meglio.

Pubblicato il 05 Agosto 2016
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