Curano gli stomizzati da 23 anni: gli infermieri chiedono il riconoscimento del ruolo
Le due infermiere che dal 1993 gestiscono l'ambulatorio hanno aderito a Gesto, un progetto nazionale che mira a ottenere il riconoscimento legale della specializzazione
È un centro di riferimento. Nato nel 1993 per volontà del professor Giulio Carcano, oggi conta fino a 200 nuovi pazienti ogni anno. Si tratta dell’ambulatorio “stomizzati”, pazienti affetti da patologie neoplastiche, infiammatorie tipo morbo di crohn, rettocolite ulcerosa.
La terapia prevede interventi demolitivi che portano lo stomizzato a essere incontinente 24 ore su 24, a vivere con apposite sacche adesive per la raccolta di feci e urine. La qualità della vita ne risente: « In questo ambulatorio – spiega Enza Picaro che con Roberta Brazzali è l’infermiera dedicata – aiutiamo i pazienti ad affrontare la malattia, l’intervento e la riabilitazione. Lo aiutiamo a reinserirsi nel contesto sociale, a sostenete psicologicamente la propria condizione. È un impegno complesso dove oltre alla riabilitazione affrontiamo il disagio e la debolezza psicologica. Un percorso lungo che si completa quando si acquisisce l’autonomia».
I ambulatorio arrivano casi diversi, non c’è un’età preponderante, ci sono bambini, adolescenti, adulti e anziani : « Siamo diventati un ambulatorio di riferimento. Siamo in contatto con i principali istituti oncologici lombardi che affidano a noi i pazienti di questa zona».
Le due infermiere hanno acquisito negli anni competenza e professionalità anche grazie ai master seguiti e al continuo aggiornamento: « Nonostante la specializzazione, però, non abbiamo alcun riconoscimento legale – spiega l’infermiera Picaro – Per questo è nato GESTO, progetto nazionale del Nord Italia. Siamo 21 infermieri che promuoviamo progetti a favore stomizzati come sensibilizzazione per attivare ambulatori con personale specifico. In Italia ci sono più di 70.000 persone portatrici di stomia (lo 0,13% della popolazione), delle quali oltre 33.000 nelle regioni del Nord Italia, circa 12.000 solo in Lombardia. Si tratta, in realtà, di cifre sottostimate, alle quali dobbiamo aggiungere circa 17.000 pazienti nuovi ogni anno in Italia, cifre in aumento per l’invecchiamento della popolazione»
Il gruppo vorrebbe ottenere il riconoscimento ministeriale della figura dello stomaterapista, cioè l’infermiere esperto che conosce il percorso diagnostico terapeutico e garantisce la corretta assistenza alla persona candidata al confezionamento della stomia. Le attività programmate per i prossimi mesi saranno volte a rafforzare le relazioni con l’amministrazione pubblica e le istituzioni nell’ambito dell’esercizio della professione infermieristica, facilitare la collaborazione con le associazioni di pazienti e sviluppare progetti formativi e divulgativi.
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