La lettera di Sala: “Usciamo dall’emergenza, puntiamo all’integrazione”

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, in una lettera a Repubblica, chiede un cambio al governo: "È una questione gigantesca. O daremo sostanza a questo cambio o finiranno per prevalere egoismi e paure"

Al campo dei migranti a Como

Cambiare la gestione dell’immigrazione, passare dall’emergenza ad un piano strutturato. E’ questa la richiesta del sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha inviato una lettera a Repubblica per chiedere un cambio di passo al Governo. Scrive Sala:

Non definiamola più emergenza, oggi siamo nel pieno di una dolorosa, costante problematica da gestire […]. È di tutta evidenza il clamoroso e doppio fallimento europeo: non riesce a controllare i flussi in partenza  e non riesce a gestire qui le persone che arrivano. L’Italia sta faticosamente facendo la sua parte. Questo va detto chiaro e forte. Come cittadino ritengo che l’accoglienza non sia una scelta, ma un dovere.

Partendo dal caso milanese, dove negli ultimi tre anni sono state accolte 100.000 persone, Sala chiede al governo di cambiare. E rapidamente

 L’Italia deve uscire dall’idea di essere una piattaforma di prima accoglienza. E’ certo che la questione non può riguardare solo i non molti Comuni che se ne occupano, ma che il governo, soprattutto un governo di sinistra, deve provvedere a una nuova e efficace politica di integrazione. Non è facile, ma è da sinistra che deve arrivare la spinta ad affrontare la questione, attraverso una programmazione che coinvolga da subito le amministrazioni regionali […]. E’ necessario che il governo operi perché tutto questo non continui a pesare come un macigno sulle spalle della città. Abbiamo bisogno di una politica di integrazione seria, pianificata e dotata dei mezzi finanziari adeguati.

E se da un lato Sala chiede la creazione di un unico soggetto per la gestione della vicenda, dall’altro chiede un nuovo atteggiamento sul piano dell’integrazione. Nello specifico

Bisogna costruire un nuovo e reale sistema di integrazione. Si tratta di proporre un nuovo patto a chi arriva: noi faremo tutto quello che serve a darvi una mano, voi mostratevi disponibili da subito ad aiutarci dove serve, mettendovi a disposizione di programmi per conoscere le nostre leggi e la nostra lingua. […] Oggi l’immigrazione non è un cerino da passare di mano in mano. È una questione gigantesca che chiede un radicale cambio di passo a livello nazionale. O daremo sostanza a questo cambio di passo o finiranno per prevalere egoismi e paure, che porteranno altri milioni di voti ai populisti di ogni genere.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Settembre 2016
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