Furto in aeroporto e fuga in aereo, così agiscono le bande dei duty free

Il fenomeno riguarda vari scali europei: le bande di ladri "pendolari" spesso arrivano e ripartono in aereo, trasportando con se anche la refurtiva. Gli ultimi arresti martedì scorso

Malpensa Generiche

Le bande dei duty free si muovono in aereo: da uno scalo all’altro, rubando nei negozi di lusso dentro gli aeroporti, portando spesso via la refurtiva sul volo su cui si imbarcano, rivendendo la merce in un altro Stato. Da mesi la Polizia di Frontiera di Malpensa, insieme ai colleghi di tanti altri scali stranieri, cerca di monitorare il fenomeno, ben diverso da quello dei semplici ladri che “ripuliscono” i viaggiatori nei saloni dell’aeroporto

Le bande di ladri si muovono infatti all’interno delle aree sterili (quelle oltre i controlli di sicurezza) ed è questo che le differenzia dai più banali ladruncoli. Se si aggiunge il fatto che nei negozi di lusso si trovano prodotti anche ad altissimo valore aggiunto (dalla moda ai profumi), si capisce la posta in gioco. I criminali solitamente si servono di una “batteria” di persone che si introducono nella zona sterile e, dopo avere effettuato i prescritti controlli di sicurezza mostrando il biglietto, raggiungono i negozi duty free: qui approfittando della presenza di “onesti” clienti che impegnano il personale presente, sottraggono centinaia di confezioni di costosi profumi, sigarette, foulard e capi di abbigliamento di grandi marche, occultandole nelle valige e nei borsoni all’uopo svuotate e introdotte dai complici che stazionano nell’area predetta in attesa di un segnale che li indirizzi in luoghi appartati (solitamente nei bagni) ove avvengono gli scambi fra l’autore materiale dei furti ed i complici che, recuperata la refurtiva, la portano con sé nei Paesi ove poi la rivenderanno.

Un fenomeno importante dal punto di vista economico: «Ci è capitato di scoprire furti dal valore anche di 12mila euro» spiega Giuseppina Petecca, comandante della Polaria di Malpensa. «La profumeria per esempio ha un alto valore». Ma capita anche che i ladri facciano sparire nei bagagli varie stecche di sigarette, refurtiva a più basso valore aggiunto e più ingombrante.

L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa: martedì 18 ottobre la Squadra Investigativa della Polizia di Frontiera dell’Aeroporto di Malpensa, a seguito di indagini svolte in collaborazione con gli Uffici di Polizia Criminale di altri Paesi europei e con la rete informatica dell’Interpol, è riuscita ad arrestare di due uomini di nazionalità rumena autori di un furto per oltre 7.500 euro ai danni del Duty free. Le indagini cercano di ricostruire anche i movimenti delle bande. In questo caso i due ladri erano arrivati probabilmente con percorsi differenti (uno dei due è entrato in Italia passando da Orio al Serio, l’altro residente in Italia) ed erano diretti in Spagna. «Anche se non sempre utilizzano i biglietti in loro possesso: in alcuni casi li utilizzano solo per passare i controlli». Il maggiore dei due – 38enne – aveva precedenti specifici per furto a Fiumicino ed è stato condannato a 6 mesi, l’altro – un 32enne – è stato condannato a 4 mesi.

La Polizia Investigativa è giornalmente impegnata a perfezionare il “profiling” di questi ladri seriali e, anche grazie alle odierne tecnologie, cerca di ricostruire la rete criminale che colpisce tutte le strutture aeroportuali più importanti, dove appunto le griffe dell’eleganza sono presenti con i loro punti vendita. Nelle settimane e nei mesi precedenti già altre nove persone erano state fermate od arrestate dalla polizia investigativa dell’aeroporto ed erano stati recuperati ingenti quantitativi di profumi e sigarette per svariate decine di migliaia di euro, restituite poi ai negozi di provenienza. Gli sviluppi che la cooperazione internazionale di polizia sta producendo hanno finora permesso di individuare decine di nominativi (veri o fittizi) indicati quali autori di furti seriali.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 20 Ottobre 2016
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