Officina Contemporanea

Il Maga festeggia 50 anni “rileggendo” la sua collezione

Ritmo sopra a tutto è la mostra che festeggia il mezzo secolo della collezione e che associa a 100 opere un percorso poetico. Ricostruito in museo anche il primo appartamento che ospitava la GAM

ritmo sopra tutto

E’ un salto indietro nel tempo quello che il Museo Maga di Gallarate farà dal 15 ottobre per festeggiare i suoi primi 50 anni. Un centinaio delle opere della vastissima collezione del museo sono state riallestite per “Ritmo sopra a tutto”, la mostra curata da Franco Buffoni.

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Ritmo sopra a tutto al Maga 4 di 23

Una mostra duale, che associa un salto nel passato ad una rilettura delle opere associate a poesie. «Abbiamo ricostruito l’appartamento che venne affittato nel 1966 per ospitare l’esposizione dell’allora GAM, la Civica Galleria di Arte Moderna» spiega Emma Zanella, attuale direttrice del Museo, per «regalare a tutti la possibilità di riviere quello che è stato il seme da cui è germogliata la galleria». Una ricostruzione fedelissima, realizzata grazie a foto d’epoca e ricordi di chi c’era che permette di rivivere gli ambienti di mezzo secolo fa.

E oltre alla ricostruzione dell’appartamento è in mostra anche una rilettura della vastissima collezione del museo. Il percorso espositivo, curato da Buffoni, mischia così arte e poesia, grazie ad uno sguardo laterale rispetto al solo aspetto artistico, capace quindi di osservarne i fenomeni in rapporto alla scena culturale generale. Parte proprio da qui la costruzione di un percorso espositivo che trova come referenti concettuali testi dei più grandi poeti del ‘900 –da Eugenio Montale a Giovanni Raboni– e che indugia con particolare attenzione su figure che hanno saputo frequentare con uguale fortuna sia l’arte visuale sia la letteratura, spesso ibridandone i linguaggi.

Anche la scelta del ritmo non è casuale e, spiega Buffoni: «nel tempo la metrica cambia ma il ritmo è un qualcosa di ancestrale, è il primo battito cardiaco dell’universo. E’ un qualcosa che contiene tutto, prosa e poetica. Il ritmo rimane anche passaggio tra le varie lingue». Un viaggio nella storia dunque, che parte a cavallo tra la fine degli anni ’40 e ’50 con una sala dedicata al Movimento Arte Concreta, che conta su opere di Atanasio Soldati, Gillo Dorfles, Bruno Munari, Augusto Garau ed è condotta nel segno della poetessa Amelia Rosselli. Spazio poi agli anni ’60 e ’70, quando si accentua sia la correlazione tra le arti visuali e le altre forme espressive con le neo avanguardie rappresentate nell’allestimento da Emilio Villa, Nanni Balestrini ed Emilio Isgrò ma anche le contestazioni e le grandi battaglie per i diritti civili che nella mostra rivivono con Carol Rama, Marinella Pirelli, Mirella Bentivoglio e Amelia Rosselli. Il tempo delle grandi illusioni di quegli anni è però breve, tant’è che già negli stessi anni si sviluppano visioni critiche della società contemporanea come documentano Enrico Baj o Franco Vaccari. L’ultima parte della mostra si avvicina alla più stringente contemporaneità e quindi ad un rapporto dialettico tra le arti che si arricchisce di nuovi mezzi espressivi. Si passa così alle articolate strutture concettuali di Alberto Garutti, Cesare Pietroiusti e Luca Vitone e le prime ed epocali opere multimediali di Studio Azzurro. Un periodo in cui il processo mimetico tra i più diversi linguaggi espressivi è giunto a completa maturazione, al punto che è lo stesso processo creativo ad essere opera d’arte come nelle installazioni di Luigi Presicce e nei complessi progetti di Adrian Paci.

Le fasi di allestimento della mostra sono state documentate dai ragazzi dell’Istituto Falcone di Gallarate coordinati dai professori Cristiano Zuccotti, Maurizio Cavazzoni e Alberto Mussolini. Ritmo sopra a tutto inaugurerà venerdì 14 ottobre alle 18.30. Nei giorni successivi si potrà visitare dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 e nei weekend dalle 11 alle 19. Ingresso con biglietto intero a 5 euro, ridotto a 3 per studenti fino ai 26 anni, over 65, soci Fai e residenti a Gallarate.

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 12 Ottobre 2016
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