“Ottobre di Sangue varesino” nel ricordo di Angelo Chiesa

La cerimonia che rende omaggio ai caduti della Resistenza varesina ha ricordato il partigiano protagonista della vita civile e politica della città, scomparso a luglio

Angelo Chiesa per il Giorno della Memoria (inserita in galleria)

Era il 1944 e l’Italia era stretta dalla morsa della guerra. Un giovane ragazzo di 16 anni lavorava come operaio in fabbrica e la sera frequentava la scuola professionale. La sua era una famiglia di valori socialisti e nonostante la sua giovane età il carattere era forte e determinato. Quando nella fabbrica in cui lavorava la povertà scatenò uno sciopero spontaneo, egli si fece portavoce delle difficoltà dei suoi colleghi operai perché era convinto che “Bisognasse fare qualcosa”. La gente aveva fame e lui seppe convincere il datore di lavoro ad aumentare il salario. Il suo comportamento gli valse il posto di lavoro ma questo ragazzo non sapeva rinunciare a “fare qualcosa” per la sua terra e per la sua patria. Fu reclutato dai partigiani per un’operazione ad Azzate dove conobbe Walter Marcobi sposando definitivamente i valori della Resistenza.

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Era il 5 ottobre del 1944 quando venne catturato dai nazifascisti e portato a Villa Dansi, sequestrato e torturato per giorni. Era giovane ma seppe resistere perché la Libertà del suo paese era troppo importante. Quel giovane fu liberato il 29 novembre e scoprì che diciassette suoi compagni erano morti per difendere i suoi stessi valori. Il suo nome era Angelo Chiesa che mai dimenticò quella dura e triste pagina della storia varesina e fu per anni Presidente dell’Anpi Provinciale Varese e Presidente Onorario sempre dell’Anpi Provinciale Varese, protagonista della vita civile e politica della città, tra i più ardenti promotori dei valori della Resistenza e della Costituzione, ricordato questa mattina dalla Presidente di Anpi Margherita Giromini nella cerimonia dell’”Ottobre di sangue varesino”.

Angelo Chiesa faceva infatti parte della 121ª brigata d’assalto Garibaldi «Walter Macrobi» e conosceva quei diciassette i ragazzi uccisi in pochi giorni dai nazifascisti nel 1944 in quello che viene ricordato come appunto “L’Ottobre di sangue varesino”. Tra il 4 e il 7 ottobre in diversi agguati a Bodio Lomnago, Varese, Luino e Brissago furono catturati, torturati e assassinati giovani partigiani tra i 18 e 32 anni, coraggiosi e decisi nella scelta di stare contro la violenza, l’ingiustizia e la sopraffazione.
I nomi di Giuseppe Brusa e Bartolomeo Baj, Walter Marcobi, Renè Vanetti, Evaristo Trentini, Elvio Copelli, Luigi Ghiringhelli, Segio Lozio, Alfredo Carignani, Flavio Fornara, Pietro Stalivieri, Giacomo Albertoli, Carlo Di Marzio, Dante Girani, Carlo Tappella, Giampiero Albertoli e Luigi Perazzoli sono stati letti da Silvia De Lorenzi in una cerimonia che dall’Arco Mera ha raggiunto il monumento ai caduti di Largo della Resistenza.

E’ stata anche la prima volta in qualità di Sindaco di Davide Galimberti, tesserato da anni all’Anpi, emozionato nel ricordo di quei fatti. Nel suo intervento ha voluto confermare quanto i valori di quella Resistenza siano sempre attuali. Rendere omaggio alla memoria di quei fatti, di quei valori e delle persone che sono morte per difenderli è un dovere civico. L’intervento di Galimberti ha riportato l’attenzione alle guerre dell’oggi, a quei paesi dove ancora la libertà non è stata conquistata e al lavoro dell’ONU per portare la pace.
«E’ un dovere per uno stato accogliere chi fugge dalla guerra in cerca di libertà. La buona politica internazionale ha il compito di trovare delle soluzioni per risolvere quei conflitti» ha concluso.
Le iniziative di Anpi proseguono e giovedì 13 ottobre alle 20.45 nel Salone Renè Vanetti in via e Belforte 165 sarà proiettato il film “Il partigiano Jonny” presentato da Diego Pisati.

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erika@varesenews.it
Pubblicato il 09 Ottobre 2016
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