Una vita in fabbrica, dona 7 milioni ai malati

La storia dell'imprenditore Renato Giuliani, inventore di macchine industriali e fondatore di Ficep e Tecniplast. Il nipote: "Sette onlus beneficiate"

Renato Giuliani

E’ di 7 milioni di euro, il lascito per opere di bene che l’imprenditore Renato Giuliani, 96 anni, ha destinato, nel suo testamento, a diverse realtà del Varesotto. Giuliani ha deciso di regalare al Ponte del Sorriso 784mila euro, mentre non sono note le altre associazioni beneficiate. La famiglia non rivelerà i nomi, e lascerà che siano le stesse onlus, se lo desiderano, a spiegare di essere state raggiunte dalla donazione dell’imprenditore scomparso lo scorso gennaio.

Vedovo e senza figli, prima di scrivere i nomi sul testamento si è informato sulla qualità del lavoro delle associazioni e infine ha fatto la sua scelta : «Sono sette in totale le onlus a cui mio zio ha destinato il lascito – spiega il nipote Sandro Bernardini – di cui sei a Varese e una invece a Milano. Mio zio è morto e gennaio, a febbraio abbiamo aperto il testamento.  I tempi burocratici hanno protratto fino a oggi le operazioni, ma da circa 10 giorni le associazioni hanno ricevuto tutto.

Mio zio mi consultò quando stava cercando di individuare le associazioni no profit a cui effettuare la donazione – continua – in passato non aveva frequentato questi ambienti, era un uomo tutto casa e lavoro, ma negli ultimi anni di vita aveva manifestato il desiderio di dare una mano concretamente a chi faceva qualcosa di buono per gli altri.  A dir la verità non sapevo in che misura volesse donare. Posso dire però che si tratta di un gesto che tutta la famiglia condivide» conclude il nipote, che in questi giorni si è occupato di descrivere la figura e il carattere dell’imprenditore di Buguggiate.

La storia industriale di Giuliani nasce con la Ficep, l’azienda di Gazzada Schianno che fondò insieme ai fratelli, e che all’epoca si chiamava Fabbrica Italia Cesoie e Punzonatrici, oggi divenuta una grande azienda con un mercato mondiale. Successivamente con un parente fondò la Tecniplast di Buguggiate altra azienda di grande successo; da alcuni anni si era ritirato.

«Nel 1949 aveva progettato una macchina per la plastica – osserva Bernardini –  nasceva il polipropilene in quegli anni e lui aveva utilizzato una cantina per costruire quella macchina.  Aveva fondato la Tecniplast e aveva poi aveva chiesto a mio papà di portarla avanti. Era un inventore, un tecnico e progettista ingegnoso e sapeva scegliere anche le persone giuste. Sapeva inoltre motivare e incentivare. Era una di quelle persone che ne avevano viste di tutti colori, da giovani, con la guerra, e avevano quindi uno spirito positivo che oggi manca».

Non è il solo esempio di mecenatismo, che nel Varesotto sta facendo scuola. Lo scorso giugno si è saputo che Piero Macchi, il fondatore della Enoplast di Bodio Lomnago, ha lasciato un milione di euro ai suoi operai nel testamento.
Ancora più intrigante il caso di Busto Arsizio, dove un donatore misterioso, che nessuno conosce, fa recapitare periodicamente delle buste con generose dazioni di denaro alle associazioni che svolgono opera di assistenza nella città. Inserisce le buste di nascosto, nelle cassette delle lettere delle associazioni, di volta in volta selezionate, e vuole rimanere assolutamente anonimo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Ottobre 2016
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