“Solo l’etica della gratuità potrà salvare la società”
Luciano Violante, ospite all'Università dell'Insubria nell'ambito del ciclo di incontri "Scienza e Fantascienza", ha parlato della crisi della politica nazionale e globale
La caduta del muro di Berlino che ha annullato i nemici, Maastricht con le regole sul bilancio e la globalizzazione che ha delocalizzato i centri decisionali hanno ribaltato i paradigmi della politica internazionale. In Italia si aggiunse Mani Pulite e il referendum. Da allora è iniziata la crisi dei partiti politici che hanno portato e risultati tipo Brexit o Trump»
L’analisi del contesto globale è stato espresso da Luciano Violante ospite all’Università dell’Insubria insieme a Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà nell’ambito del ciclo di conferenze su “Scienza e Fantascienza” organizzata dal professor Paolo Musso.
Nell’aula magna di via Ravasi, l’ex presidente della Camera è stato invitato per discutere di gratuità nella politica e nell’economia: « La gratuità trova la ragion d’essere in se stessi, vuol dire impegnarsi per il bene comune. Solo con una lunga formazione e molta cultura permettono di assicurare questo approccio. E oggi abbiamo perso i centri di formazione politica».
Violante non ha soluzioni per il futuro ma concede una speranza ai giovani che comunque: « Si danno da fare pur nell’indifferenza dei media che si muovono solo se uno alza la voce».
La sua analisi entra nel dettaglio anche delle nuove relazioni: « Oggi abbiamo una società che preferisce scrivere messaggi invece di discutere e confrontarsi. D’altra parte è più semplice usare lo smartphone e scrivere piuttosto che telefonare o incontrare: è l’atteggiamento della società difensiva. Così oggi la politica, alla ricerca di nuovi paradigmi, ha preferito cavalcare a pancia e lasciarsi andare ai populismi: nell’era dei governo stabili dobbiamo registrare la crisi profonda della politica».
La soluzione sta nella gratuità: « Solo chi si spende gratuitamente riesce a costruire legami che sono alla base di una comunità».
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