Vincenzi: “Sul CPIA la Provincia ha fatto la sua parte”

Dura replica dal presidente dell'ente provincia, che spiega i termini delle competenze. "Il Comune non faccia sceneggiate politiche"

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«Il Comune di Gallarate non è in grado di gestire la sede del CPIA? Lo dica chiaramente, assumendosene la responsabilità, senza sceneggiate». Il presidente della Provincia Gunnar Vincenzi torna sulla vicenda della “scuola per adulti” a rischio a Gallarate. E risponde al sindaco Andrea Cassani, che ha rinviato proprio a Villa Recalcati la responsabilità dello stallo che si è creato. «La Provincia, pur non avendo più competenza diretta, ha fatto la sua parte, il servizio però è in carico al Comune».

Il sindaco Cassani era intervenuto sabato, nel giorno in cui davanti alla sede del CPIA si è tenuta una manifestazione di docenti, opposizioni, studenti.
Di fronte alla contestazione del sindaco di Gallarate, arriva ora la replica della Provincia: Villa Recalcati, con una lunga e dettagliata nota, ricorda che i Cpia nascono, come realtà autonoma, nel 2014 e a fronte di una normativa non del tutto chiara e in attesa di direttive più specifiche, l’ufficio scolastico territoriale convocò un tavolo operativo con Provincia e i Comuni di Varese, Gallarate e Busto il cui obiettivo era individuare le sedi operative dei Centri permanenti di istruzione agli adulti. Il Comune di Varese – continua la ricostruzione della Provincia – mise a disposizione gli spazi, di sua proprietà, della media Salvemini di via Brunico, dove ancora oggi è operativo il Cpia. La Provincia di Varese, per rendere operativa tale soluzione, fece una serie di interventi di manutenzione e messa a norma degli spazi per un totale di circa 15 mila euro. Per quanto riguarda il sud della provincia, fu il Comune di Gallarate a mettere a disposizione (siamo nel 2014) una parte dello stabile delle scuole elementari di via Seprio, attuale sede del Centro. E in questo caso Villa Recalcati investì 25 mila euro per l’adeguamento della struttura, pur non avendo di fatto una competenza specifica sulla questione, come indicato dalle linee guida del Miur per il passaggio al nuovo ordinamento, in cui si dice che “i compiti e le funzioni di cui all’art.3 della Legge 23/96 sono svolti dai rispettivi Comuni nei quali sono collocati la sede centrale e i punti di erogazione del Cpia”. Ora mentre gli spazi utilizzati dal Cpia di Varese sono sufficienti per tutte le attività didattiche e gestiti in toto dal Comune, a Gallarate, siccome le aule della sede di via Seprio sono insufficienti, si è reso necessario reperire spazi aggiuntivi.

«Quando il Comune di Gallarate – dichiara il presidente della Provincia di Varese Gunnar Vincenzi – contrariamente a quello di Varese, ha fatto presente che non voleva più sostenere le spese per le aule del Cpia presso il Falcone, come Provincia, pur non avendo più alcuna competenza e per garantire il servizio, siamo andati incontro al Comune offrendo la possibilità di iniziare l’attività didattica per l’anno prossimo all’Isis Ponti, che avrebbe avuto per il Comune costi più bassi. Contemporaneamente avevamo chiesto al Comune di impegnarsi a trovare entro il 31 dicembre una sede comunale per mantenere il servizio a Gallarate».

Una soluzione provvisoria, in attesa che il Comune individuasse quella ideale per il servizio in carico. «Siamo rimasti sorpresi quando, anziché ricevere un’ipotesi di soluzione, ci è addirittura arrivata la disdetta dell’utilizzo dei locali di via Seprio. Ora Provincia deve deliberare entro il 31 dicembre la sede dei Cpia a partire dall’anno scolastico 2017-2018. Quindi il Comune di Gallarate non faccia sceneggiate buttando tutto sulla politica e se non è in grado, come fa invece Varese, di gestire la sede lo dica chiaramente assumendosi la responsabilità». Non è il primo confronto animato tra l’amministrazione di centrodestra di Gallarate e la amministrazione provinciale di centrosinistra: era successo in passato – con toni meno duri – sul tema del ritardo nell’erogazione del sostegno ai disabili (è emerso poi che il ritardo dipendeva da Roma, non da Villa Recalcati).

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 14 Novembre 2016
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