Banche e credito, la versione di Barni

Durante il convegno annuale della Fimaa, il direttore generale della Bcc fornisce dati incoraggianti sugli impieghi. All'orizzonte però ci sono già le ombre generate dalle regole di Basilea 4

Fimaa

Tra i relatori dell’ultimo convegno della Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti di affari) alle Ville Ponti c’era anche Luca Barni, direttore generale della Banca di credito cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate. La sua relazione era impostata sul tema della fiducia, anzi, sulla fiducia nell’era della banca 3.0. In realtà tutto il convegno era impostato su quel 3.o, simbolo di un nuovo concetto di mediazione, che il segretario nazionale della Fimaa, Santino Taverna, ha sintetizzato nell’immagine di un guado, per oltrepassare il quale il credito gioca un ruolo fondamentale.

Barni ha fornito un dato relativo agli impieghi della Bcc che nel 2016 ha fatto registrare un + 3%, un buon risultato, al di sopra della media nazionale e in controtendenza rispetto a quanto emerso dai dati resi noti da Banca d’Italia e ripresi dagli industriali varesini, secondo cui i prestiti concessi complessivamente nella nostra provincia erano in calo e soprattutto soggetti a un continuo saliscendi, andamento confermato dai prestiti alle imprese, passati dai 9,1 miliardi di giugno agli 8,8 miliardi di agosto, e accompagnato da un incremento delle spese e delle commissioni rispetto ai primi mesi dell’anno.

Anche Flavio Debellini, responsabile territoriale di Ubi Banca popolare di Bergamo,  durante la conferenza stampa di presentazione della Borsa immobiliare, confermò un’incoraggiante crescita a due cifre (+ 30%) dei mutui concessi per l’acquisto della casa (percentuale comprensiva delle surroghe). Non è un caso che siano state queste due banche a rappresentare una discontinuità, perché le ragioni dei loro risultati positivi potrebbero risiedere sia nella snellezza della catena di comando sia nel profondo radicamento sul territorio, aspetto quest’ultimo che gli permette di raccogliere informazioni attendibili sui propri clienti. Buone performance  in linea con quella «ripresa oggettiva ma non ancora sufficiente» illustrata dal presidente della Fimaa nel suo intervento.

Barni, che è anche un inguaribile frequentatore dei social, in un recente tweet ammoniva: «Fermate Basilea», linkando a un titolo del “Sole 24ore” che parlava della rivolta di 17mila banche internazionali, tra cui anche quelle italiane. Il direttore generale della Bcc sa benissimo che la fiducia, ingrediente fondamentale per sostenere la piccola ripresa in atto, di per sè non è sufficiente se il sistema viene irrigidito da nuove regole sempre più sbilanciate sulle garanzie richieste alle banche. Lo stesso ufficio studi di Abi ha calcolato che con Basilea 3 la capacità di concedere credito delle banche si è già dimezzata rispetto al passato: fatto 100 il capitale di vigilanza sono 606 gli euro di credito erogabili, contro i 1.250 di Basilea 2. Con Basilea 4 questo meccanismo verrebbe ulteriormente inasprito. Quindi con i tassi in ribasso e i requisiti patrimoniali in rialzo, si restringerà ulteriormente la platea dei soggetti bancabili. E il paradosso è che tutto questo non metterà al riparo il sistema bancario italiano dai rischi di default.

 

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Dicembre 2016
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