Il comitato del No: “Un monito per chiunque voglia riformare la costituzione”

Le riflessioni post-voto del comitato che ha sostenuto la contrarietà alla riforma costituzionale

referendum costituzionale

Di seguito pubblichiamo la nota con le riflessioni post-voto referendario da parte del comitato del No di Busto Arsizio che definisce la scelta del popolo italiana come “un monito” per chiunque voglia approcciarsi ad una riforma costituzionale ma anche un segnale forte al Pd che – secondo gli esponenti del comitato – deve ascoltare il messaggio e non farsi incantare dal canto delle sirene dei poteri forti.

La riforma costituzionale è stata respinta dal popolo italiano a stragrande maggioranza. E’ un monito forte perché qualsiasi futura riforma della Costituzione tenga conto del principio secondo il quale le regole non si fanno a colpi di maggioranza ne con forme palesi od occulte di ricatto ma solo con il più ampio consenso popolare.

I commentatori di alcuni giornali stranieri, naturalmente quelli schierati con la grande finanza internazionale, dicono che ha vinto il “populismo”, noi diciamo che ha vinto il popolo contro il populismo spregiudicato e arrogante del presidente del Consiglio.

I Comitati per il NO hanno fatto un lavoro eccezionale affrontando una campagna elettorale con la sola arma della convinzione da parte dei militanti, che si sono volontariamente spesi in moltissime iniziative e si sono autotassati per difendere la Costituzione Repubblicana. E’ questo un segno di grande senso civico ed istituzionale a differenza di chi ha abusato della posizione e delle risorse delle istituzioni. La stampa e le televisioni quasi tutte schierate a favore del Governo non sono state in grado di interpretare il forte malcontento presente fra la popolazione.

Il risultato è pressoché uniforme su tutto il territorio nazionale. Busto Arsizio col 56,24 per il No e il 43,76 per il Si, è leggermente al di sotto della media, ma conferma il proprio rifiuto della riforma. Nella campagna elettorale locale non abbiamo però avuto l’impressione di un grande interesse da parte della maggioranza che governa la città.
Il risultato non può comunque essere immediatamente tradotto in schieramenti politici. La popolazione ha giustamente giudicato la riforma. Non poteva dare indicazioni per futuri schieramenti di governo. Anche chi riteneva di trarre dalla vittoria del SI, il viatico per costruire il partito della Nazione è stato platealmente sconfitto.

Ora tocca al Presidente della Repubblica e a chi ha la maggioranza in parlamento perseguire una soluzione responsabile che porti all’approvazione della legge di bilancio, all’approvazione di una nuova legge elettorale condivisa e ridia la parola agli elettori perché possano legittimamente essere protagonisti nella individuazione del futuro del paese.

Il centro sinistra, per responsabilità del Segretario del PD e di chi l’ha seguito acriticamente, esce indiscutibilmente segnato da questa dura prova. E’ oggettivamente cambiata una parte dell’elettorato di riferimento. La sinistra non può e non deve vincere andando a destra, ammaliata dal canto delle sirene dei poteri forti.

E’ giunto il momento di ripartire dai fondamentali. Eguaglianza, libertà, giustizia e diritti, dovranno essere le parole d’ordine su cui ricostruire un tessuto sociale e politico, in grado di interpretare realmente i cambiamenti, stando dalla parte del mondo del lavoro e dei meno fortunati. Il rischio di consegnare il paese a qualche avventuriero è molto forte, ma il senso di responsabilità degli italiani particolarmente nelle emergenze avrà ragione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Dicembre 2016
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