Openjobmetis da incubo, Venezia passeggia sul parquet di Masnago
Biancorossi travolti fin dal primo quarto e letteralmente incapaci di fare canestro per mezz'ora. Il "Caja-bis" inizia in salita
Nessuna svolta, almeno sul breve termine. La Openjobmetis di Caja che perde nettamente in casa da Venezia è praticamente la stessa che si è arresa a metà partita con Klaipeda, che ha steccato a Trento, che è crollata per mezza gara con Cantù. Nulla da imputare al nuovo tecnico, ovviamente, ma è chiaro che dai suoi uomini ci si aspettasse una reazione più decisa al cambio di panchina: invece la Reyer – che si è costruita subito un bel “tesoretto” a suon di triple – ha subito alzato i toni, costringendo una Varese senz’anima a rincorrere. Una situazione in cui i biancorossi, privi di Eyenga, hanno lasciato emergere desolanti limiti offensivi: 12 punti segnati nel quarto iniziale, 11 nel secondo, 14 nel terzo, un bollettino di guerra da cavalleria contro i carri armati.
Bollettino che riguarda tutti i giocatori di Caja: non ingannino i 23 di Johnson, 20 dei quali messi a segno nella ripresa ma a partita ampiamente persa. Non ingannino i 14 rimbalzi di Anosike, che sotto l’altrui canestro è utile come un venditore di ghiaccioli al Polo. Forse l’unico a salvarsi è stato Pelle, che almeno dà qualche (anzi, una) dimensione interna al gioco della Openjobmetis e agli assist di Maynor, buono in rifinitura ma a sua volta assente alla voce leadership. E con un Avramovic pesantemente involuto, Kangur a zero punti dal campo e gli italiani poco incisivi, il quadretto è completo: appena 60 punti a segno sul campo di casa, contro una Reyer capace di mettere a referto la bellezza di 14 triple.
Applausi sacrosanti agli ospiti, capaci di aprire la difesa con un’ottima circolazione di palla e di colpire con i vari Haynes, Bramos e compagnia mitragliante, ma Varese non può essere questa né oggi né mai. Anche perché ora si andrà a Cremona per quella che rischia di essere una “finale” per evitare l’ultima posizione: Caja ha una settimana per resettare la testa dei suoi, per caricare a dovere Eyenga e per trovare soluzioni a una crisi che, da queste parti, si sta facendo molto preoccupante. Lasciamo per ultimo un giudizio sugli arbitri: se la Openjobmetis – sia chiarissimo – ha il 100% di colpe nella sconfitta, i tre grigi si facciano un esame di coscienza per una direzione di gara cattiva, imprecisa e ondivaga.
COLPO D’OCCHIO – Buon pubblico a Masnago dove arrivano in 4mila, nonostante un orario “da aperitivo” per il secondo esordio di Attilio Caja sulla panchina della Openjobmetis, a cinque giorni dal suo insediamento. Tra gli spettatori spunta anche Kuba Diawara, che fu nella Openjobmetis diretta da Caja due anni fa.
PALLA A DUE – Senza lo squalificato Eyenga e dell’infortunato Campani, Caja vara un quintetto con tre piccoli in cui Johnson va a fare l’ala con Cavaliero dirottato in difesa sulle tracce di McGee. De Raffaele, rispetto alle previsioni, può contare anche su Stefano Tonut, regolarmente a referto e poi schierato nonostante sia reduce da un infortunio.
Pelle schiaccia contro Peric (foto S. Raso)LA PARTITA – Due lampi firmati Anosike e Cavaliero accendono il più classico dei fuochi di paglia: dalla parte opposta infatti, Venezia tira quattro volte da 3 punti e segna in ogni occasione per l’immediato 5-14. L’unico sprazzo offensivo di Maynor è annullato dai canestri di Bramos e soci che dopo una quarto hanno già doppiato la Openjobmetis, 12-24.
Dopo il primo intervallo, nulla cambia: Varese resta a digiuno per quasi 5′, Venezia sbaglia qualcosa ma poi con McGee riaccende il motore scollinando a metà periodo sul 14-29 e allargando ulteriormente in seguito. L’unico cesto della prima metà di Johnson è l’ennesima speranza che va a morire: all’intervallo il tabellone è implacabile (23-38) e anche gli ufficiali di campo vanno nel pallone, assegnando due punti in più ai lagunari poi “cancellati” alla ripresa del gioco.
Al rientro l’unica buona notizia arriva da Pelle che, a differenza di un Anosike in versione paracarro, si fa trovare pronto sugli scarichi di Maynor e per lo meno regala un po’ di benzina a Varese. La Reyer però è in pieno controllo, tocca addirittura il +23 con il solito Bramos (tiratore puro, che però ha spazi per provarci) prima di lasciare un po’ di campo a Johnson che si risveglia per il 37-57 della mezz’ora.
IL FINALE – La guardia prelevata a Berlino prende coraggio e sistema la mira per un ultimo periodo da 15 punti realizzati: non basta a cambiare la sua pagella, comunque insufficiente, ma serve almeno ad alleviare le sofferenze di una Varese contestata a più riprese dal pubblico. Le tribune poi fischiano la curva quando quest’ultima inneggia a Moretti, ma è – ahinoi – “guerra tra poveri” (usiamo le virgolette perché la cosa finisce lì). In campo nel frattempo l’Umana si limita a segnare quando Varese ha qualche sussulto – miglior punteggio il -12 – e la chiude in tranquillità, 60-73. Una serenità che a Varese manca e che va assolutamente ricostruita per il match da polsi tremanti del 2 gennaio.
OPENJOBMETIS VARESE – UMANA VENEZIA 60-73 (12-24, 23-38; 37-57)
VARESE: Maynor 7 (2-6, 1-3), Cavaliero 5 (0-1, 1-4), Johnson 23 (5-8, 4-9), Kangur 5 (0-5, 0-1), Anosike 4 (2-6); Avramovic 2 (1-4), Pelle 13 (5-8), Bulleri (0-1 da 3), Ferrero 1 (0-1, 0-1). Ne: De Vita, Lo Biondo, Canavesi. All. Caja.
VENEZIA: McGee 13 (2-8, 2-8), Haynes 19 (1-3, 5-8), Bramos 18 (0-1, 6-9), Peric 6 (2-6, 0-2), Hagins 10 (5-9); Ejim 4 (2-5, 0-1), Tonut (0-1, 0-1), Visconti, Filloy 3 (0-1, 1-3), Ortner (0-4). Ne: Ress, Criconia. All. De Raffaele.
ARBITRI: Lanzarini, Attard, Ranaudo.
NOTE. Parziali:. Da 2: Va 15-39, Ve 12-38. Da 3: Va 6-19, Ve 14-32. Tl: Va 12-18, Ve 7-7. Rimbalzi: Va 40 (11 off., Anosike 14), Ve 45 (16 off., Hagins 8). Assist: Va 11 (Maynor 7), Ve 12 (Peric 4). Perse: Va 14 (Maynor, Bulleri 3), Ve 12 (Haynes 3). Recuperate: Va 5 (Bulleri 2), Ve 6 (Peric 2). Usc. 5 falli: nessuno. F. antisportivo: Peric. Spettatori: 3.946. Incasso: 60.207 euro.
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