Il Maga dall’arte alla moda e alla fotografia. “Facciamo dell’arte una cara compagna”

A un mese dalla nomina, la nuova presidente del Maga Sandrina Bandera ha presentato le idee per il futuro e lo sviluppo del museo

«Qui c’è l’amore per l’arte, una città con una sua ricchezza e individualità. E uno staff che si è dimostrato capace e flessibile». Sandrina Bandera, già alla Sovraintendenza della Lombardia, è stata nominata un mese e mezzo fa presidente del Museo Maga (o meglio: della Fondazione Zanella) e questa mattina, lunedì 6 febbraio, si è presentata ufficialmente. Ovviamente non si è trattato solo di un saluto formale, ma anche di un intervento sulle linee guida per lo sviluppo del museo nei prossimi anni.

Il sindaco Andrea Cassani ha esordito ricordando che la guida del Maga è «uno degli incarichi più impegnativi per questa città», chiarendo che la sfida parte dalle risorse, tema indicato come centrale dall’amministrazione: «Un museo che è sempre sulle pagine delle cronache gallaratesi, prima per l’incendio e poi per le difficoltà finanziarie che tutti conosciamo». «Come amministratori dobbiamo mantenere la sostenibilità di questa realtà» ha premesso anche l’assessore alla cultura Isabella Peroni. Certo, del museo si discute spesso parlando di risorse e di ritorno economico, ma ancora una volta Peroni ha ricordato che «anche in questo momento di riflessione intermedio il Maga ha continuato le sue attività»: «abbiamo le domeniche gremite, il museo ha una sua vitalità ogni giorno».

Bandera è partita da alcuni elementi di forza del museo: il contesto di una città «che ha una sua ricchezza, una sua storia, una sua individualità» e la presenza di energie nel territorio da cui partire. «La prima è il Premio Arti Visive Città di Gallarate, cui seguono anche le collezioni». E su tutto – ha richiamato in chiusura – la vitalità e flessibilità dello staff del museo.

Museo come collezioni e mostre, ma anche come luogo urbano: Bandera ha rimarcato la qualità degli «spazi meravigliosi, che richiama la mission del museo, l’essere interattivo» con altre esperienze. In questo senso Bandera promuove in pieno l’idea di portare al Maga la sala lettura della biblioteca civica, da intendere anche come seme di un progetto che potrebbe ampliarsi: «Quella che potrebbe sembrare una rinuncia e in realtà una grande conquista: tutti i grandi musei hanno una biblioteca luogo di ritrovo, a partire dal Pompidou» (il “Beaubourg” di cui quest’anno si festeggiano i 40 anni).

Quanto ai progetti da cui partire, Bandera ha parlato di sviluppare il rapporto tra arte, moda e design, partendo dall’esperienza straordinaria e di successo che è stata la mostra Missoni Arte Colore, esportata anche all’estero dopo i convincenti numeri a Gallarate: l’attenzione a questo rapporto deve divenire per Bandera «un capitolo fisso di questo museo». Altra attenzione va rivolta alla fotografia («linguaggio che attrae in particolare i giovani») e appunto anche alle collezioni, a partire dalle opere acquisite dal Premio Gallarate: «opere straordinarie di maestri dell’arte italiana quali Carrà, Soldati, Santomaso, Birolli, Vedova, Melotti, Fontana, Bonalumi, Munari, fino ai nomi più significativi dell’arte contemporanea, quali Massimo Bartolini, Loris Cecchini, Studio Azzurro, Adrian Paci e moltissimi altri».
Tra le idee, in particolare, quella di una mostra di ceramiche di Fontana:« ho già contattato la Fondazione: è una mostra che non ha fatto nessuno, che magari potremo esportare come si è fatto con Missoni».
La vitalità del museo è confermata anche dagli appuntamenti già il calendario: «L’11 marzo vivremo una giornata di grandi inaugurazioni: la mostra Morandini, gli spazi del museo recuperati,  ma anche il progetto che propone le voci degli artisti che raccontano la loro poetica attraverso trenta opere»

Sandrina Bandera museo Maga

Bandera, quasi sollecitata dal primo intervento di sindaco e assessore, ha certo sottolineato anche l’aspetto delle risorse e della ricerca di nuovi introiti: «So benissimo che gli enti locali non riescono a sostenere progetti culturali. Per questo deve costruire partnership con il territorio, con tre strumenti: il primo è l’art bonus che è già attivo, «non solo per i restauri ma anche e soprattutto per le attività culturali ad ampio raggio che consentirà al donatore di entrare ufficialmente nel novero dei mecenati del Maga e godere di un regime fiscale agevolato nella misura di un credito di imposta pari al 65%». E poi la membership per aziende e professionisti, a cui aggiungere il contributo di una costituenda Associazione Amici del Museo.

Il sindaco ha ripreso infine il tema puntando proprio sulla membership e l’attivazione del territorio, non senza una evidente vena polemica: «Troppo spesso – ha sottolineato Cassani – si sente parlare di gente che vuole sostenere il Maga, ma poi è venuta solo a vedere Modigliani e Missoni, magari senza pagare il biglietto. Qualcuno l’ho visto anche qui in sala, che sbuffa». Nota polemica a parte, Cassani ha garantito che il Comune «garantirà un contribuito quasi simile a quello degli scorsi anni» e – riprendendo un intervento dell’ex sindaco Guenzani – ha sollecitato ancora la Provincia e il MiBac (soci fondatori) a fare la propria parte, come l’ha fatta – con risorse stanziate mediante bandi – Regione Lombardia.

La pur necessaria riflessione sulle risorse non ha comunque appannato anche la parte più progettuale, sul lato anche artistico, dell’intervento di Bandera. Che non a caso – partita dall’esame del patrimonio materiale e morale del museo e dal tema delle risorse – ha scelto di concludere con una citazione immaginifica: «Qual è il mio scopo qui? Fare dell’arte una cara compagna», citando il titolo di un’opera del critico Franco Russoli.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 06 Febbraio 2017
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