Morì nella cartiera abbandonata, chiesti 18 mesi per gli amici

Il pm Pisciotta ha chiesto la condanna per la produzione di materiale esplodente (bottiglie incendiarie) e per concorso in omicidio colposo per la morte di Alessandro Giani. A fine marzo la sentenza

I primi lavori nella Cartiera Mayer

Un anno e sei mesi è la pena chiesta dal pubblico ministero Luca Pisciotta nei confronti dei due ragazzi che il 24 dicembre del 2015 erano insieme ad Alessandro Giani, il giovane di Cassano Magnago morto in seguito alla caduta da un’altezza di sei metri mentre giocava all’interno della cartiera Vita-Mayer di Cairate.

I due giovani, assistiti dagli avvocati Cristina Marrapodi, Paolo Alberto Antimiani e Mauro Umiltà, hanno reso spontanee dichiarazioni davanti al giudice per l’udienza preliminare Luca Labianca che ha poi ascoltato la requisitoria del magistrato e le conclusioni dell’avvocato Marrapodi. La condanna è stata chiesta per la violazione delle normi sulle armi (insieme ad Alessandro avevano fabbricato e fatto esplodere alcune bottiglie contenenti liquido infiammabile, ndr) e concorso in omicidio colposo.

I due ragazzi si sono difesi ricostruendo le fasi di quel pomeriggio e hanno spiegato che le bottiglie incendiarie che avevano fabbricato non erano destinate ad uscire dal luogo in cui erano state realizzate.

Il 30 marzo si terrà l’ultima udienza in cui concluderanno gli altri due legali e verrà pronunciata la sentenza. Saranno giudicati in un procedimento a parte, infine, i rappresentanti legali della Prealpi Servizi, proprietaria dell’area, con l’accusa di omicidio colposo e omissione di lavori su edifici che rischiano la rovina.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Febbraio 2017
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