Valerica, Stefano e Luca: “Così immaginiamo il nostro futuro”

Sabato 25 febbraio i tre studenti parteciperanno alla tavola rotonda del convegno “I giovani e il lavoro, il futuro è già oggi"

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Valerica, Luca e Stefano, sabato 25 febbraio parteciperanno al convegno “I giovani e il lavoro, il futuro è già oggi in programma all’istituto De Filippi di Varese. Con altri studenti delle scuole superiori (licei e istituti tecnici) di Varese e provincia prenderanno parte a una tavola rotonda sul tema del lavoro partendo da un libro scritto da Antonio Martina, organizzatore della giornata, e Corrado Fois  “Lavorare è difficile” (Franco Angeli). (nella foto, da sinistra: Stefano Cadoni, Valerica Realini e Luca Negro)

I due autori tracciano una rotta per cercare di orientare il lettore in un mondo che deve tener conto di due dimensioni, quella globale, dinamica, dai contorni poco certi e sempre in evoluzione sotto la spinta dell’innovazione tecnologica, e quella nostrana, innervata da vecchi schemi socioeconomici che frenano l’evoluzione del sistema. I giovani – definizione che in Italia racchiude almeno 5 generazioni, dai sedicenni fino ai quarantenni precari – in questo contesto sono costretti ad accettare la sfida del cambiamento nonostante il clima di sfiducia generale che li circonda. Ma se per i nativi digitali il cambiamento è quasi naturale, per tutti gli altri rischia di essere una trappola.

Valerica Realini, liceo scientifico G. Ferraris
«L’argomento del trovare e cercare un lavoro è solo apparentemente lontano e non solo per una questione di tempo o di generazione. Informarsi adesso su come stanno cambiando il mondo e il mercato del lavoro è importante perché in questo modo avremo più possibilità di trovare sbocchi, almeno me lo auguro, una volta finiti i nostri studi. A me piacerebbe studiare medicina, tra l’altro l’università dell’Insubria ha una facoltà importante. Spero di riuscire a entrare nonostante il numero chiuso. Il futuro va visto soprattutto in relazione all’evoluzione tecnologica che aiuterà sicuramente come sta già facendo la ricerca medica. Credo però che sia ancora l’uomo con la sua capacità di creare e intessere relazioni e non la macchina a fare grande la professione medica. Sarà difficile rinunciare all’intelligenza umana e alle sue molteplici sfaccettature».

Luca Negro, Isis Newton
«Partecipo a questa tavola rotonda perché mi aspetto di capire meglio come funzionano certi meccanismi del mondo del lavoro che ancora non conosco. All’università mi piacerebbe studiare ingegneria meccanica e lavorare nel settore delle automobili che in questi anni ha fatto progressi notevoli, grazie al ruolo svolto dai programmi di intelligenza artificiale. Non mi riferisco solo alle macchine che si spostano da sole, senza un conducente umano. Quello che mi colpisce è quello che c’è dietro queste automobili, un sistema che prende decisioni in base al contesto in cui muove. Non so se sia corretto chiamarla intelligenza artificiale ma penso che sia questa la nuova frontiera anche del lavoro».

Stefano Cadoni, liceo classico E. Cairoli
«Io ho una passione tutta personale per l’economia. Leggo articoli e libri sull’argomento e ho accettato l’invito per partecipare alla tavola rotonda perché il tema mi riguarda da vicino. Ho letto il libro di Antonio Martina “lavorare è diffiile” che ho trovato interessante per alcuni spunti che dà proprio a noi giovani, a partire dal cambiamento imposto dalla rivoluzione digitale. Il mio futuro lo vedo all’università, in una facoltà di economia che però non ho ancora scelto, così come non ho ancora scelto l’indirizzo. La domanda a cui cerco di dare una risposta è in che modo e in base a quali regole i fenomeni che accadono, ad esempio i fatti politici, influenzano in modo determinante l’economia di un paese e le borse valori di mezzo mondo. È un meccanismo affascinante che gli algoritmi non spiegano».

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Pubblicato il 23 Febbraio 2017
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