Al PAC “Mea culpa”, la prima antologica dedicata a Santiago Serra

La mostra, in programma fino al 4 giugno, offre una panoramica delle opere politiche più iconiche

Avarie

Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano presenta “Mea culpa”, la prima grande antologica in Italia dedicata all’artista concettuale Santiago Sierra, nato 1966 a Madrid, città dove oggi vive e lavora. La mostra, in programma dal 29 marzo al 4 giugno 2017 al PAC, offre una panoramica delle opere politiche più iconiche dell’artista, dagli anni Novanta a oggi, insieme a nuove produzioni e riattivazioni di installazioni e azioni passate.

Promossa da Comune di Milano – Cultura e prodotta dal PAC di Milano con Silvana Editoriale, la mostra è curata da Lutz Henke e Diego Sileo e inaugura in apertura dell’Art Week, la settimana dedicata all’arte contemporanea che dal 27 marzo al 2 aprile in occasione di miart 2017 vedrà Milano cuore della creatività contemporanea con inaugurazioni, aperture straordinarie, visite guidate, contenuti speciali ed eventi, realizzati in collaborazione con tutte le istituzioni pubbliche e private che aderiscono all’iniziativa. Il PAC partecipa alla manifestazione con uno speciale ingresso ridotto e visite guidate gratuite domenica 2 aprile alle 16.30 (con il curatore) e alle 18.00.

Il PAC, luogo d’elezione per la creatività contemporanea – dichiara l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno -, inaugura proprio in apertura dell’Art Week una nuova mostra che propone ai milanesi e agli appassionati d’arte contemporanea un artista spagnolo ancora poco conosciuto in Italia. Un artista che usa un linguaggio originale per comunicare al pubblico pensieri e opinioni sulla realtà che ci circonda, sui problemi politici globali e sui grandi snodi sociali ed economici del mondo in cui viviamo. Una proposta che si unisce alle molte altre pensate e realizzate durante l’Art Week, che trasforma Milano nel cuore pulsante della creatività contemporanea internazionale”.

Santiago Sierra è uno degli artisti più conosciuti nel panorama internazionale. Da quasi trent’anni il suo lavoro si muove sul terreno impervio della critica alle condizioni sociopolitiche del nostro tempo. Le sue opere sono state esposte in prestigiosi musei ed istituzioni nel mondo e nel 2003 ha rappresentato la Spagna alla 50esima Biennale di Venezia.

Con la mostra di Santiago Sierra il PAC attiva la prima delle quattro linee di racconto sulle quali si muove il suo palinsesto annuale, quella cioè che propone ogni anno in occasione di miart mostre di artisti conosciuti e affermati nel panorama artistico internazionale – un indirizzo di programmazione che ha dato vita, tra le altre, alla personale di Regina José Galindo (2014), alla mostra di Jeff Wall (2013) e all’omaggio a Marina Abramovic (2012).

Alla luce degli eventi politici recenti, di fronte a una nuova ascesa di nazionalismi e populismi, sistemi autocratici, capitalismo sfrenato e nazioni che si trincerano dietro muri, la riflessione di Santiago Sierra è quanto mai attuale e pertinente.

Le sue opere concettuali sono azioni e interventi che interagiscono direttamente con la realtà e, cosa ancora più importante, mostrano con impietoso candore un sistema al quale è impossibile sfuggire. Con il suo progetto itinerante “NO, Global Tour” una scultura della parola NO – alta tre metri e in legno marino dipinto di nero – ha girato il mondo sul retro di un camion, partito nel 2009 da Lucca. Il progetto resta il più estensivo e ambizioso realizzato finora da Sierra, un rifiuto alle differenze sociali, allo sfruttamento, alla mercificazione dell’individuo, alla violenza, al potere incondizionato. Con il lavoro “NO proyectado sobre el Papa”, 2011, durante la messa pontificale in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù nell’agosto del 2011 a Madrid, Santiago Sierra ha usato invece una speciale macchina fotografica progettata da Julius von Bismarck per proiettare come una torcia le lettere “NO” durante la cerimonia religiosa direttamente sul palco, alle spalle del Pontefice. La parola “NO” era visibile solo quando la camera era attivata e soltanto per questa fotocamera, ma allo stesso tempo non era visibile agli occhi umani e soprattutto non a quelli del team di sicurezza.

Sierra tuttavia non si limita a criticare le strutture di potere, che si tratti di stati nazionali o regime dei confini, religioni, capitalismo globalizzato o lo stesso mondo dell’arte (del quale anche lui evidentemente fa parte). Interferisce con questi sistemi al di là del ruolo del semplice spettatore e li rende visibili, non solo per comprenderli in via teorica, ma per portare alla luce le ramificazioni e il nostro ruolo al loro interno.

Messaggero della cupa verità del nostro tempo, Sierra è spesso stigmatizzato per le sue performance intense e ambigue, che allo stesso tempo sfruttano disoccupati, emarginati, prostitute o immigrati che vi figurano per svolgere mansioni del tutto inutili – e danno loro voce per farsi ascoltare. Li ritroviamo in opere come “Línea de 250 cm tatuada sobre 6 personas remuneradas”, 1999; “Línea de 30 cm tatuada sobre una persona remunerada”, 1998 e “Línea de 160 cm tatuada sobre 4 personas remuneradas”, 2000 che si potranno vedere in mostra.

Eppure, i suoi lavori possono essere intesi come una chiamata intrinseca all’azione e alla disobbedienza civile. Il loro linguaggio visivo, il simbolismo complesso ed energico, nonché il loro essere calate nella realtà delle persone conferisce loro un raro impatto emozionale.

La mostra al PAC riunisce per la prima volta le opere più rappresentative di Santiago Sierra e la documentazione di sue numerose performance e azioni realizzate in tutto il mondo, dal deserto algerino de “El grafiti mas grande del mundo”(2012) al Polo Nord e Polo Sud di “Bandera Negra” (2015), dalla città messicana di Ciudad Juárez per “Sumisión” (2007) alla città di Napoli per la “Campaña dientes de los ultimos gitanos de Ponticelli” (2009).

Nei suoi lavori si fondono semplicità simbolica e contesti molto complessi, attraverso l’utilizzo di numerose strategie e tecniche, oltre che di strumenti artistici e un’ampia varietà di supporti mediatici: dalla fotografia al video alla scultura, passando attraverso installazioni e performance per opere che oscillano tra una forma minimalista estrema e una rappresentazione diretta.

Partendo dal presupposto che l’immediata attualità dell’arte di Sierra non si limita ai soggetti delle sue opere, durante la mostra sono previste alcune riattivazioni di sue performance nel periodo di apertura della mostra.

Per l’opening è prevista invece una performance inedita e una nuova installazione site specific ideata dall’artista, prodotte appositamente per la mostra al PAC.

Un ricco public program avvicinerà il pubblico al lavoro dell’artista: i martedì e i giovedì apertura serale speciale fino alle 22.30 con incontri, presentazioni e workshop; giovedì e domenica invece visite guidate gratuite per il pubblico.

La mostra è realizzata con il sostegno di TOD’S, sponsor dell’attività espositiva del PAC, con il contributo di Alcantara e Cairo Editore e con il supporto di Vulcano.

Il catalogo è pubblicato da Silvana Editoriale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Marzo 2017
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