Bloccato sotto le porte della diga. “Grazie a chi mi ha salvato la vita”

Antonio Cosimo Vitale durante un viaggio in canoa sul Ticino ha rischiato la vita allo sbarramento della Miorina

Golasecca

Una vacanza avventurosa sul Ticino, che però ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Se l’è vista davvero brutta Antonio Cosimo Vitale, cittadino svizzero (di origini italiane) che settimana scorsa – per «mia imprudenza», ammette – ha rischiato di annegare intrappolato nelle paratie di una diga. E che oggi vuole ringraziare chi gli ha salvato la vita.

Vitale abita nella Svizzera francese, ha cognome italiano perché cinquant’anni fa, all’età di dieci anni, è emigrato dalla Puglia. Informatico di professione, per diletto è però anche istruttore nautico e sommozzatore: «L’acqua la conosco bene». Quest’anno ha deciso d’intraprendere con la moglie Sonia un viaggio in canoa sul Ticino, partendo dal tratto elvetico del fiume azzurro. «Da Biasca abbiamo ridisceso il fiume, ci siamo immessi nel Lago Maggiore e poi nel Ticino italiano».

Vitale era consapevole della presenza di sbarramenti e dighe, ma ha fatto affidamento sulle informazioni che riportano la navigabilità di alcuni tratti grazie alla presenza di conche, tra cui appunto quella alla Miorina, utilizzata dal 2009 anche dalla navigazione turistica estiva. Peccato che il turismo sul Ticino non sia proprio al livello del Canal du midi francese: «Quando siamo arrivati alla Miorina mi hanno detto che non si poteva passare dalla conca perché servivano i permessi da chiedere prima».

Ed è qui che Vitale ha commesso l’errore di affrontare le paratie della diga in autonomia, mettendo a rischio la propria vita: al momento del passaggio dalla più laterale delle paratie, infatti, la canoa (mezzo a due posti da 5,2 metri, che era stato scaricato dai bagagli) si è incastrata ed è rimasta in balia della corrente fino a che non è stata “sputata” a valle dall’acqua. «Io mi sono ritrovato davvero in una brutta situazione, ho fatto segno agitando il salvagente e gli operai del Consorzio Ticino mi hanno soccorso, trainandomi a riva con una corda».

Per questo oggi Antonio Vitale vuole ringraziare gli operai Vanoni, Baroncelli e La Fortezza.  «Meritano di essere conosciuti per il loro intervento di salvataggio, in più mi hanno aiutato a recuperare la canoa perdendo del tempo prezioso a causa della mia stupidità e ignoranza».

Golasecca
gli operai Baroncelli e La Fortezza

Dopo l’incidente alla Miorina, il viaggio è continuato fino ad Abbiategrasso, mentre la destinazione iniziale era Venezia. E adesso, tornerete in Italia per completare il viaggio? «Sì, partendo da Abbiategrasso o forse rifacendo anche la prima parte».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 30 Marzo 2017
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