Fipe: i voucher vanno mantenuti
La Federazione italiana pubblici esercizi di Confcommercio ribadisce l'importanza del lavoro accessorio nel settore del turismo e dei pubblici esercizi
Nei giorni in cui i tecnici del ministero del Lavoro e di palazzo Chigi si incontrano, insieme alla commissione Lavoro della Camera, per mettere a punto le misure in tema di voucher, la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) di Confcommercio ribadisce in una nota stampa l’importanza del lavoro accessorio nel settore del turismo e dei pubblici esercizi in quanto «risponde a diverse esigenze legate al fabbisogno di manodopera, limitato a poche ore, originato da intensificazioni temporanee dell’attività dovute a flussi non ordinari o non programmabili di clientela oppure legate alle sostituzioni di lavoratori assenti».
Secondo la Fipe, le positività di questa forma di lavoro sono molte: può essere utilizzata da parte di aziende di qualsiasi dimensione e per qualsiasi attività,è semplice da attivare, è senza passaggi burocratici inutili e ha il vantaggio di un regime contributivo/assicurativo agevolato. A tutto questo bisogna aggiungere una sostanziale flessibilità di orario e di pagamento della prestazione tramite voucher.
«La formula del lavoro accessorio – si legge in una nota stampa – è nata con l’obiettivo di creare uno strumento innovativo e di semplice utilizzo quale alternativa alla deriva di forme di lavoro irregolari per favorire soggetti a rischio di esclusione sociale, non entrati nel mondo del lavoro o in procinto di uscirne. Fipe ritiene che utilizzare il lavoro accessorio costituisca un buon equilibrio tra le esigenze delle imprese e la tutela dei lavoratori».
ALCUNI DATI SUL LAVORO ACCESSORIO
Il turismo è un settore che ha fatto registrare un significativo utilizzo del lavoro accessorio che, tuttavia, risulta in linea con la quantità di lavoro complessivamente assorbita dal settore. Nel 2015 sono stati ben 62.655 i pubblici esercizi che hanno fatto ricorso al lavoro occasionale per un totale di 18.955.242 voucher (in media 303 per azienda). Nel settore turismo le aziende che hanno fatto ricorso ai voucher sono state 73.678 per un totale di 24.030.777 (in media 326 per azienda)buoni lavoro.
LA POSIZIONE DELLA FIPE
Secondo la Fipe, è necessario mantenere il lavoro accessorio perché è uno strumento utile e funzionale a un mercato del lavoro flessibile, sia pure con i necessari aggiustamenti in relazione al carattere di occasionalità che la prestazione deve avere. A sostegno di questa posizione si sottolinea che i voucher vengono impiegati come forma di pagamento nei settori in cui il loro utilizzo risponde a diverse esigenze legate al fabbisogno di manodopera, limitato a poche ore, originato da intensificazioni temporanee dell’attività dovute a flussi non ordinari o non programmabili di clientela oppure legate alle sostituzioni di lavoratori assenti; non esiste l’effetto di sostituzione di precedenti rapporti di lavoro (considerati stabili). E ancora, che i soggetti interessati sono in maggioranza studenti, pensionati e lavoratori in regime di ammortizzatori sociali e che in molti casi, anche laddove si parli di significative quote di buoni lavoro utilizzati è altrettanto alta la percentuale di posizioni che poi vengono stabilizzate da parte delle aziende (rappresenta una fonte importante di integrazione del reddito). Infine, al di là dei sempre opportuni adeguamenti della materia ai fini di una maggiore trasparenza e correttezza, si può affermare che i voucher hanno funzionato, hanno prodotto reddito, contribuzione e contrastato il lavoro nero.
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