In paese un bimbo non sente, il Comune riconosce la lingua dei segni

Un atto formale che nasce dall’interesse di una comunità per un piccolo non udente. Il sindaco: «Vogliamo coinvolgere quante più persone possibile attorno a questo tema»

Avarie

Letto così, fra i temi all’ordine del giorno, potrebbe apparire come una delle tante questioni che si discutono magari neanche animatamente in consiglio comunale, e si liquidano con un’alzata di mano e via “passiamo al punto successivo”.

Invece il quarto punto nella “scaletta” che verrà discusso venerdì sera in Consiglio a Maccagno con Pino e Veddasca nasconde un suo perché, e ha le radici nella volontà di un’amministrazione di pensare anche a uno solo dei suoi cittadini.
Succede che in paese c’è un bimbo sordo.

E l’assemblea cittadina di dopodomani sera sarà chiamata a discutere e a votare una mozione che chiede il riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana ma anche ad impegnare l’amministrazione comunale a rimuovere ogni ostacolo al suo utilizzo e a sensibilizzare iniziative che promuovano l’utilizzo di questo alfabeto che permette a chi non sente di non rimanere chiuso in una campana di vetro.

«Abbiamo deciso di presentare questo punto all’ordine del giorno dopo aver toccato con mano il problema – spiega Fabio Passera, sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca – . Devo dire che io stesso avrei avuto problemi a capire di cosa si sta parlando solo pochi anni fa, prima di aver conosciuto il nostro giovane concittadino e aver compreso quali siano i reali problemi di chi quotidianamente deve affrontare ostacoli così grandi. Credo sia compito di un’amministrazione, anche di una realtà relativamente piccola come la nostra, di tentare di rimuovere questi ostacoli. L’obiettivo è di coinvolgere quante più persone possibile attorno a questo tema».

Questo argomento è stato già affrontato anche in sedi legislative regionali con l’introduzione della legge Legge Regionale 5 agosto 2016 n.20 “Disposizioni per l’inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione e il riconoscimento e la promozione della Lingua dei Segni Italiana e della Lingua dei Segni Italiana tattile”.

All’articolo 1 si legge che “La Regione, nel rispetto degli articoli 3 e 117 della Costituzione e sulla base dei principi della centralità della persona e della libera scelta, promuove l’inclusione e l’integrazione sociale delle persone sorde, sordocieche o con disabilità uditiva o con deficit di comunicazione e di linguaggio come nei disturbi generalizzati dello sviluppo, e delle loro famiglie mediante l’abbattimento delle barriere alla comunicazione, il riconoscimento della lingua dei segni italiana (LIS) e della lingua dei segni italiana tattile (LIS tattile), nonché la prevenzione e la cura del deficit uditivo e la diffusione di ogni altra tecnologia volta a favorire un ambiente accessibile nelle famiglie, nella scuola, nella comunità e nella rete dei servizi”.

Il testo della mozione farà probabilmente riferimento a questa normativa e verrà letto in Consiglio comunale, al termine del quale vi sarà un dibattito sul punto.

Solo pochi giorni fa abbiamo parlato di Super Chicca, la maratoneta Luinese sordomuta che ha vinto una gara importante in Toscana e che ha trovato nello sport una grande risorsa di vita. Chissà che la diffusione della Lis e l’impegno nelle discipline sportive non sia la ricetta per vincere la grande sfida dell’inclusione, per vincere la sordità e i pregiudizi che ancora sopravvivono attorno a questo argomento.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Marzo 2017
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