“Mons. Pasquale Macchi – Per una biografia spirituale”

Nel libro è descritto anche quanto ha fatto per Villa Cagnola, dove ha collaborato a lungo per l’Istituto Superiore di Studi Religiosi che appunto è stato intitolato a Paolo VI

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Alla presenza di un pubblico numeroso ed attento, si è svolta lunedì 27 maggio scorso nella sala di Villa Cagnola a Gazzada la presentazione del bel volume dedicato alla figura di Mons. Pasquale Macchi.

Nel corso della serata, dopo l’introduzione di don Eros Monti che ha ringraziato tutti per la numerosa presenza, i relatori hanno presentato la figura di Mons. Macchi, parlando della sua spiritualità, dell’affetto che provava per Paolo VI di cui era segretario e collaboratore e di come, dopo la morte di SS., rinunciando volutamente alla nomina come delegato apostolico a Loreto avesse scelto di trasferirsi al sacro Monte per seguire meglio la biografia di Paolo VI.

Nel libro è descritto anche quanto ha fatto per Villa Cagnola, dove ha collaborato a lungo per l’Istituto Superiore di Studi Religiosi che appunto è stato intitolato a Paolo VI, ma soprattutto si può leggere di quanto ha fatto per Varese ed il Sacro Monte.

Di lui si è detto come si sentisse veramente parroco per i suoi fedeli, con i quali cercava un rapporto speciale: iniziò il catechismo, incoraggiò il locale coro (che sussiste ancora), rinnovò la festa patronale dell’Assunta facendola precedere da un triduo di preghiera e chiudendola con la bella tradizione della Processione serale della vigilia seguita dalla S. Messa sul Piazzale della XIV Cappella. Inaugurò le salite del sabato mattina con la recita del S. Rosario. Ci hanno ricordato le sue visite alle famiglie, ai malati in ospedale, la sua sentita partecipazione alle festicciole, anche quelle piccole dedicate ai bambini.

Ma nel libro non si parla solo di questo, ci hanno detto: fu infatti il suo grande amore per l’arte che gli fece intraprendere quella bellissima impresa che ancora oggi tutti ricordano: il restauro delle Cappelle e del Santuario. Rinnovate completamente, dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, ancora oggi risplendono e si presentano ai pellegrini in tutta la loro bellezza. A questo si deve aggiungere il restauro ed il completo rinnovamento del Museo Baroffio. A lui si deve anche l’avvio di quello che oggi conosciamo come il centro Espositivo Paolo VI alla Prima Cappella e la spinta che, in seguito, arrivò al restauro della Cripta.

Ci hanno poi parlato del suo mondo interiore, un mondo di spiritualità intensa, di preghiera, di umiltà, di sensibilità, di cui è scritto in molte delle testimonianze riportate nel libro ma soprattutto, questo è stato ribadito da tutti, ci hanno ripetuto quanto sia stata importante la sua presenza, silenziosa e, fedele, accanto a quello che prima fu il Cardinale Montini a Milano e poi SS Paolo VI.

Si tratta di un libro interessante, come disse Mons. Caprioli: “pietra viva”, perché i libri sono come pietre viventi, dialogo che racconta del passato e rimanda al futuro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Marzo 2017
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