Muscoli, postura, riflessi: ecco come si prepara un rally in palestra

In uno sport in cui i test al volante sono rari, è decisivo l'allenamento "a secco". Parola a Marco Armenise, trainer di Andrea Crugnola

marco armenise andrea crugnola



Non basta la passione, non bastano le doti di guida, non basta il “portafoglio”: per ottenere risultati di livello sempre maggiore, nel mondo del rally, è ormai necessaria una preparazione fisica che non può lasciare nulla al caso. Questo vale sia a livello professionistico, sia a livello amatoriale: cambiano naturalmente le tempistiche e lo spazio che ognuno può dedicare all’allenamento atletico, ma la sua importanza rimane immutata.

A pochi giorni dal Rally dei Laghi, ne abbiamo parlato con Marco Armenise, che a Varese è conosciuto per essere da dieci anni il preparatore della Openjobmetis, ma che negli ultimi anni ha affiancato Andrea Crugnola nei suoi allenamenti, contribuendo al suo sbarco nel Mondiale (anche se – annuncio di oggi – il varesino lascerà il Wrc2 per concentrarsi sull’IRC) e alla sua attività sportiva di alto profilo. Di recente Armenise ha iniziato a curare anche la preparazione di un amatore di buon livello come Alessandro Marchetti, ed è quindi persona pienamente indicata per spiegare come e dove è necessario intervenire per migliorare le performance di un pilota. Foto: Armenise (a sin.) con Crugnola

SI PARTE DA QUI

«Il primo passo è l’educazione a prendersi cura di se stessi e di andare a migliorare i punti del corpo che sono più interessati da questa disciplina sportiva. Quindi, se  da un lato è necessario curare il peso forma – dobbiamo comunque “creare un atleta” – e svolgere un’attività aerobica per aumentare concentrazione ed efficienza, dall’altra bisogna concentrarsi sulla postura e sul cosiddetto “core”, la muscolatura cioè che si inserisce sul bacino, sul centro del corpo. Lavorare bene sull’allungamento posturale riduce da subito i fastidi legati al mal di schiena. A tutto questo va aggiunto un “focus” sulla muscolatura del collo che ovviamente è sollecitata in modo particolare per via dell’uso del casco. Un altro punto da non tralasciare è quello che riguarda l’alimentazione durante la gara: far capire cioè come funzionano e perché sono importanti gli integratori glucidici che vengono bevuti nel corso delle prove speciali».

La Prova Speciale 4 del Rally dei Laghi 2016
Crugnola impegnato nel “Laghi 2016”

CORSA E BICI

Armenise sottolinea nuovamente però l’importanza della preparazione aerobica. «I piloti possono alternare corsa e bicicletta per migliorare sotto questo profilo. Si tratta di una parte importante della preparazione, anche perché permette di fare l’analisi posturale degli atleti ed evidenziare eventuali vizi posturali. Nel caso, è possibile valutare l’intervento di un osteopata, di un podologo o di altri specialisti in grado di intervenire dove c’è bisogno. Nel nostro caso, ovviamente, non possiamo lavorare sulla performance sportiva che dipende dalle capacità di guida, di navigazione e dalle prestazioni del mezzo meccanico, però ci occupiamo di aumentare la resa nel corso della performance».

ALLENARE I RIFLESSI

Una delle caratteristiche del rally è di essere una disciplina in cui non si può provare spesso in condizioni di gara. I test in auto sono pochi e costosi, i simulatori aiutano ma da soli non bastano. «Tra i lavori che si possono svolgere per migliorare i riflessi ci sono alcuni “giochi” con i quali si può allenare il tempo di reazione. Parliamo di psicocinetica: si usano colori o oggetti che il pilota deve individuare in modo rapido mentre sta simulando una guida. Per quest’ultima ci serviamo di volanti finti e appesantiti, in modo da migliorare anche la presa con le mani e, anche qui, la forza della parte superiore del corpo».

QUANTE VOLTE?

Come dicevamo all’inizio, questi discorsi si possono applicare sia a piloti professionisti, sia a rallysti che gareggiano per passione solo in qualche occasione, svolgendo per il resto un mestiere completamente diverso. «Per gli amatori il consiglio è quello di allenarsi tre volte a settimana, non di meno. Nel loro caso ogni seduta sarà suddivisa in una parte di riscaldamento e lavoro aerobico, in una di resistenza e in una di lavoro posturale. La preparazione di un professionista invece si svolge sui cinque giorni in modo da dedicare un paio di sedute alla parte aerobica e le altre al lato relativo a muscolatura e posizione». Anche l’ultimo consiglio di Marco vale per tutti coloro che vogliono arrivare pronti al momento di salire in macchina: «È fondamentale che le sedute di lavoro vengano sfruttate al 100%. Ci si può preparare anche con allenamenti relativamente brevi, ma in quel periodo bisogna restare pronti, concentrati e attivi al massimo delle proprie possibilità».



DIRETTAVN

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Marzo 2017
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