Una serata con Paolo Rindi e il suo sguardo “altro”sulle cose

A un anno dalla scomparsa del ventenne in Valgrande, gli amici si sono riuniti per la presentazione del libro con le sue poesie e per ascoltare le canzoni che amava

«È una serata con Paolo, non una commemorazione». C’erano tante tante persone, al Teatrino Santuccio, per la presentazione di “Notte Atlantica – Chromoestesia”, il volume che ha raccolto le poesie di Paolo Rindi, a un anno dalla scomparsa del 23enne morto in Valgrande. È stato un lavoro portato avanti dalla famiglia, dalla una sua ex insegnante e da alcuni amici: alla presentazione si sono presentati in tanti, per abbracciare Paolo presente nelle sue parole, nelle poesie, nelle canzoni che amava e che suonava.

Varese generiche

«Finalmente realizziamo un suo progetto, uno dei tanti progetti che aveva» ha raccontato a inizio serata Rosa Zanotti, che è stata sua insegnante al Liceo delle Scienze Umane, dove frequentava l’indirizzo musicale. Zanotti ha ricordato «l’intelligente sensibilità e la acutezza filosofica [che] muovevano la sua ricerca in tante direzioni». «Quando mi portava da leggere le sue poesie e i suoi scritti – scriveva anche di estetica, di arti – mi rendevo conto che aveva un altro sguardo sulle cose, uno sguardo diverso, capace – come dice Rilke – di dare una seconda vita alle cose». Paolo che ricercava e che voleva trasmettere con le parole qualcosa di profondo e a volte complicato, «di impervio come erano i luoghi che amava esplorare».

Nel corso della serata sono state lette le poesie raccolte nel libro pubblicato da Nuova Editrice Magenta, con il sostegno di Dino Azzalin e la prefazione di Fabio Scotto, ma nella sala del Santuccio sono risuonate anche le note delle canzoni, altra forma espressive che Paolo Rindi amava profondamente e a cui si accostava con grande curiosità – «dalla classica al metal», come ha ricordato Andrea Faraci, voce dei Radio Aut in cui ha suonato anche Paolo.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 12 Marzo 2017
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