Colacem, “disatteso il monitoraggio sulla salute, ricorreremo”

Il Comitato ambiente Verbano continua la battaglia per avere dati certi sull'impatto ambientale e propone una "cabina di regia scientifica"

Avarie

Dopo la notizia pubblicata qualche giorno fa in merito al rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale per lo stabilimento Colacem di Caravate, il Comitato Ambiente Verbano in una nota esprime la propria posizione.

Il giorno 30 marzo la Provincia di Varese con il sostegno della maggioranza degli enti che partecipavano alla conferenza dei servizi ha deliberato e rilasciato la nuova AIA alla ditta Colacem. La novità consiste che questa AIA è stata rilasciata con il parere contrario di due importanti amministrazioni: il Comune di Gemonio e il comune di Cittiglio. I due sindaci non hanno potuto dare il loro assenso in quanto non sono in possesso di studi sulla salute e sull’ambiente che possano permettere loro di fornire un parere sanitario essendo i sindaci i principali responsabili della salute pubblica”.

Il comitato ambiente Verbano ringrazia il lavoro svolto da Gemonio e Cittiglio in quanto inaugura un nuovo corso in cui le istanze dei cittadini vengono fatte proprie dai loro amministratori che pongono finalmente attenzione, non solo agli interessi di un potente gruppo cementizio italiano, ma anche alle preoccupazioni dei cittadini in termini di salute e ambiente. Il comitato, nel corso di sei lunghi anni anni ha lavorato coinvolgendo i migliori scienziati a livello nazionale, organizzato conferenze pubbliche, un convegno scientifico a Laveno Mombello, incontri con i cittadini, approfondimenti e studi sul tema con istituti prestigiosi come l’istituto Maugeri di Pavia, il Politecnico di Milano, l’Istituto dei tumori e l’istituto Mario Negri di Milano, coinvolto sindaci di sei comuni con altrettante richieste di dar vita ad uno studio approfondito sul tema salute e ambiente”.

“Nonostante questa intensa e pacata attività di semplice richiesta di mettere in campo tutti insieme uno studio di approfondimento, la Provincia di Varese con l’assenso dei sindaci di Caravate, Laveno Mombello, Brenta, Sangiano, l’ARPA e l’ATS Insubria hanno deciso di rilasciare ugualmente l’autorizzazione all’azienda senza che nessuno sia in possesso di un serio studio sulle condizioni di salute dei cittadini e sulle condizioni dell’ambiente nell’area circostante. Il comitato ha provato a coinvolgere e dialogare anche con l’azienda Colacem, sostenendo che sarebbe stato interesse dell’azienda stessa collaborare ad un serio e approfondito studio ma l’azienda ha risposto con diffidenza e paura. Paura di cosa, ci chiediamo?”

A fronte di questa decisione, il comitato segnala, che viste le difficoltà incontrate in questi sei lunghi anni, visto il rilascio dell’AIA fatto senza pareri sanitari adeguati è sua intenzione continuare la sua attività di approfondimento lavorando alla creazione di una cabina di regia scientifica in grado di leggere, analizzare i dati presenti, sollecitare lo studio epidemiologico verificandone l’attendibilità e raccogliendo fondi per integrare ai dati esistenti rilevati da Arpa, uno studio approfondito su aria, suolo e acqua dove i sindaci di buona volontà vorranno finanziare il progetto, magari attingendo ai finanziamenti europei sugli studi ambientali”.

“Contestualmente, come annunciato e anticipato prima della conferenza dei servizi, il Comitato ha deciso – dopo che avrà fatto l’accesso agli atti – di rivolgersi alla procura della Repubblica e/o al Tar, sottoponendo tutto il dossier che contiene anche le richieste firmate da sei sindaci per un monitoraggio sulla salute, rimasto totalmente ignorato e disatteso. Ci sono molti dubbi – seguendo il principio di precauzione – che l’autorizzazione possa essere rilasciata quando i sindaci – responsabili ultimi della salute dei cittadini – non sono mai stati in possesso di qualsivoglia documento sulla salute e sull’ambiente che permetta loro di fornire un parere sanitario al fine del rilascio formale dell’autorizzazione integrata ambientale né in quella appena rilasciata ma neanche in quella precedente. Per il comitato è il tempo è scaduto: tocca ora alla scienza e alla giustizia fare chiarezza una volta per tutte”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Aprile 2017
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