Il frutteto miracoloso, che sfama i poveri di Varese

Lo coltiva il Banco Alimentare a Masnago con i migranti, grazie a una convenzione con il comune. E' un miracolo di collaborazione: si impara un lavoro, si sta insieme e si fanno le confetture per chi ha bisogno

Prugne, fichi, pere, ciliegie, una vigna da rimettere in piedi, mirtilli e fragole da ripiantare nelle prossime settimane. Il frutteto di Masnago, un tempo coltivato dai preti del seminario, è rinato con un’impresa di collaborazione all’avanguardia per Varese. Il Comune ha reso disponibile questo tratto del parco comunale di Villa Baragiola, il Banco Alimentare Onlus ha firmato una convenzione con cui si è reso disponibile a coltivare il frutteto, la cooperativa Balafon si è impegnata a fornire due gruppi di ragazzi migranti richiedenti asilo che vengono a prestare la loro opera volontaria per due giorni alla settimana.

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“Per noi è un modo per riattivare un’economia circolare – spiega l’assessore Dino De Simone – e usare beni pubblici facendo qualcosa di utile”. Il presidente del Banco alimentare Andrea Benzoni guarda avanti: “L’impresa è importante – racconta – e si aggiunge alle tante attività che facciamo per fornire aiuti alimentari alla popolazione”.

Sul campo tuttavia quello che sta accadendo a Masnago è bello, ma anche divertente. I ragazzi si sono affezionati a questo frutteto: c’è il migrante che ha imparato a memoria tutte le canzoni di Laura Pausini e le canta mentre toglie le erbacce, oppure c’è il ragazzo del Senegal che è diventato una piccola star nel quartiere di Biumo (dove gioca come ala destra nella squadra di calcio) e qui usa il decespugliatore come fosse un navigato giardiniere. Questi ragazzi arrivano anche a piedi, in bicicletta o in treno, da Malnate e Arcisate, pur di lavorare su questa collina.

Il frutteto di Masnago

Il capo è Giulio Franzosi, lui sì, giardiniere vero, libero professionista che sottrae due giornate al suo lavoro per dare vita a quest’impresa di sudore e passione.
“Quando siamo arrivati qui l’estate scorsa – racconta – questa collina era completamente infestata da erbacce. Abbiamo lavorato alcune settime per ripulire tutto, e poi abbiamo iniziato a rimettere in piedi le piante da frutto. Il frutteto era abbandonato da alcuni anni. Abbiamo alberi di prugne, pere, ciliegi e vogliamo piantare i frutti di bosco, i mirtilli e le fragole, riattivare la viti. Ma abbiamo bisogno dell’acqua e stiamo aspettando che Aspem ci riapra un vecchio pozzetto, ora piombato”. Con diversi ragazzi è nata un’amicizia: Giulio ha passato pasqua e pasquetta con alcuni migranti.

Il frutteto di Masnago

Oggi c’è un sole splendente: si tagliano i rovi, si pitturano le reti e i pali di metallo. Il frutteto a terrazze è costituito da tre corridoi, lunghi quaranta metri l’uno. “La scorsa estate abbiamo prodotto sei quintali di fichi, tre di pere, e due di prugne – aggiunge Franzosi – in oltre due ragazzi, i più portati, hanno frequentato un corso di potature a Luvinate. Sono due giovani del Mali e del Senegal e si stanno facendo una professionalità. Il terreno in totale è di 3mila metri quadri e la nostra ambizione è arrivare a una produzione di 50 tonnellate per le confetture che il Banco alimentate potrà donare alle famiglie in difficoltà di Varese”. Oggi il braccio destro di Giulio è l’infermiere Giovanni Riganti, 25 anni. Lavora a Campione d’Italia e spende i suoi riposi in questo frutteto a Masnago. Un luogo che, a conti fatti, fa sentire utile chi ci lavora e sfama tanta gente che ne ha bisogno.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 20 Aprile 2017
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