Sportello antiviolenza in Tribunale: “Tuteleremo le vittime”

Un team di avvocatesse, poliziotte, magistrate ascolterà ogni mercoledì in una sala protetta chi ha bisogno di comunicare un sopruso

Sportello antiviolenza tribunale

E’ nato a Varese uno sportello di aiuto per le vittime di violenza che unisce le competenze di avvocati, polizia e magistrati della Procura di Varese (foto, il procuratore capo Daniela Borgonovo, il presidente dell’Ordine degli avvocati Sergio Martelli). Sarà uno spazio di ascolto, riservato e gratuito, con esperti competenti che daranno la possibilità alla persona di assumere decisioni in piena libertà su eventuali denunce. Fornirà consigli sul percorso giudiziario da seguire in caso di denuncia.

Il procuratore capo Daniela Borgonovo l’ha definita un’iniziativa importante verso un sistema integrato di protezione per le vittime della violenza di genere. “Da alcuni mesi la procura della repubblica di Varese ha aperto un confronto con i servizi pubblici che si occupano di violenza – spiega il procuratore – per attuare una rete integrata che attivi professionalità, e tutele, che tutte le convenzioni internazionali ci impongono e che sentiamo come un nostro dovere”.

Ma non solo: “Le violenze contro le persone indifese sono un fenomeno sempre più diffuso ed è un interesse delle istituzioni cercare di arginarle per garantire libertà e serenità nelle relazioni sociali. La violenza genera violenza, un bambino abusato diverrà un adulto maltrattante”. Lo dicono le autorità internazionali ed europee, che bisogna mettere in campo politiche specifiche contro le violenze di genere e verso i minori, e Varese ha deciso di garantire l’accesso a “specifici servizi di assistenza”.

La Procura ha assegnato a due magistrati, la dottoressa Giulia Floris e la dottoressa Giulia Zini (presto in servizio) specifici compiti sulla tematica e i due pm saranno sempre reperibili. Lo stesso ha fatto la Polizia di stato che ha assegnato al sovrintendente Silvia Nanni il ruolo di supervisore, incarico che prevede anche la reperibilità 24 ore su 24. Al progetto lavoreranno a titolo volontario avvocati specializzati, che per una specifica decisione dell’Ordine non assumeranno mai la difesa privata delle vittime bensì le indirizzeranno verso la denuncia penale (se richiesta) e verso le strutture del territorio, nel rispetto della privacy e del tutto gratuitamente.

Sportello antiviolenza tribunale

“Gli obiettivi sono almeno due – osserva la dottoressa Borgonovo – favorire l’emersione di questi fatti, senza logiche di rinunce o copertura, ed evitare la vittimizzazione secondaria. Attraverso il processo penale la spirale di violenza può essere spezzata, con il riconoscimento del diritto violato e il riequilibrio del diritto negato. Viene stabilito chi è la vittima e chi è l’imputato e si lavora affinché che il processo non sia penalizzante per la vittima”.

Uno sportello del genere è utile, dicono gli esperti, anche perché non è semplice far emergere questi reati: le vittime si sentono in colpa e il racconto dei fatti è faticoso, segnato dalla vergogna, dalla paura, dalla sofferenza di dover raccontare cose intime a un giudice. “Bisogna far diventare questi processi facili per le vittime” osserva infine Borgonovo.

Sportello antiviolenza tribunale

Il presidente dell’ordine degli avvocati Sergio Martelli spiega che Ordine e Consiglio dell’Ordine hanno voluto dare un contributo. “Qui si deve guardare anche al lato umano che c’è dietro certi problemi – osserva – ho imparato molto grazie alle colleghe che si occupano del gratuito patrocinio verso le vittime di violenza, e auspico che il processo divenga un momento di riscatto culturale anche per chi commette violenze, poiché anche l’imputato è un soggetto che va recuperato”.

Lo sportello avrà sede nello stesso Palazzo di Giustizia. L’Ordine degli avvocati ha formato con dei corsi regionali 12 professionisti di Varese che svolgeranno la consulenza a coppie di due.

“Il corso è stato molto intenso – ricorda l’avvocato Elisabetta Brusa – un lavoro lungo ma che ha portato a un risultato importante; unire delle specializzazioni e metterle al servizio del territorio. Saremo undici avvocatesse e un avvocato uomo. Sono sei colleghe civiliste e sei penaliste. Ogni mercoledì dalle 14 e 30 alle 17 e 30, due avvocatesse saranno disponibili per incontrare chi ha bisogno di una consulenza. Il luogo deputato si chiama stanza dell’acquario. Saremo lì per accogliere. Potremo chiamare, a seconda del bisogno, la ginecologa, la psicologa, l’assistente sociale o la sovrintendente Nanni. Ma avremo anche una reperibilità per 24 ore su 24 nei casi urgenti, ad esempio quando all’ospedale giunge una donna che ha subìto una sospetta violenza”.

La sovrintendente silvia Nanni chiude la giornata di presentazione con poche ma significative parole. “Speriamo di fare un buon lavoro – osserva – abbiamo trovato persone motivate e una grande disponibilità nella procuratore sul tema della violenza, dunque siamo disposizione della popolazione”.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 11 Aprile 2017
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