Cassani contrattacca: “Anpi mi diffama, ma non li denuncio”

Il sindaco replica alla presa di posizione dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani, dopo l'intervento del 25 aprile e le proteste. "Una contestazione della sinistra contro di me"

passaggio di consegne Guenzani Andrea Cassani

«Quali sono i doveri istituzionali di un sindaco a una manifestazione come quella del 25 Aprile? Io so bene quali sono i miei doveri e non accetto lezioni dall’Associazione nazionale partigiani». Il sindaco Andrea Cassani, primo cittadino di Gallarate, replica alla presa di posizione del direttivo della sezione gallaratese dell’Anpi, rispendendo al mittente gli attacchi definiti «fuori luogo e privi di fondamento».

Oggetto della discordia è l’intervento del sindaco al 25 aprile, che conteneva l’invito a guardare ai fatti del ’43-’45 in modo diverso. Cassani si difende: «Le celebrazioni – spiega il numero uno della giunta di centrodestra – hanno seguito alla virgola il protocollo istituzionale. A questo ero tenuto in qualità di presidente del comitato organizzatore. Dalle parole dell’Anpi pronunciate a caldo, è evidente che il direttivo abbia deciso di mettersi a fare politica ed è ancora più evidente che avrebbero voluto cucirmi addosso un vestito non mio. Sul palco ho espresso la mia opinione senza la volontà di offendere nessuno, offese che invece sono arrivate nei miei confronti: mi sarei aspettato che qualcuno di dissociasse ufficialmente. Una presa di posizione che non è arrivata nemmeno nel comunicato del 30 aprile, con il quale invece di scusarsi per il comportamento censurabile nei confronti di un sindaco, si vanno ulteriormente a strumentalizzare le mie parole».

Cassani contrattacca: «Se proprio si deve parlare di offese, domando come “catalogare” l’invito del presidente dell’Associazione rivolto ai presenti in largo Camussi, ai quali ha chiesto il permesso di darmi la parola. Questo è il loro rispetto dell’istituzione che rappresento e della fascia tricolore che indosso. Faccio anche presente che i cartelli di protesta (soprattutto nomi di partigiani caduti ed ebrei trucidati, ndr) sono comparsi appena ho preso il microfono in mano, segno evidente di come la contestazione fosse stata pianificata indipendentemente da ciò che avrei detto. Una contestazione studiata a tavolino dalla sinistra contro un sindaco leghista: di questo si è trattato».

Cassani sottolinea come, dal giorno del suo insediamento, ci sia stato da parte sua il massimo rispetto nei confronti dell’Anpi. «In occasione delle celebrazioni per Pegoraro – ricorda – era presente un esponente della giunta con la fascia tricolore (Claudia Mazzetti, ndr), cosa mai accaduta in passato. Non era un obbligo quel giorno partecipare alla commemorazione organizzata dall’Anpi come non era un obbligo delegare ai partigiani parte dell’organizzazione della manifestazione del 25 Aprile. E, sempre a proposito di obblighi, vorrei ricordare che l’amministrazione comunale non è tenuta a promuovere le celebrazioni per la festa della Liberazione».

Il primo cittadino ritiene «diffamatorio il comunicato del direttivo gallaratese», ma precisa che non adirà alle vie legali. Anche se, come si legge proprio nel comunicato ufficiale dell’Anpi, a Cassani viene imputato “l’invito agli studenti di interpretare la storia in modo sostanzialmente revisionista”, il che «è falso, ma davvero falso, come si evince dai contenuti dell’intervento».

E ancora: «Un altro sindaco al mio posto potrebbe pensare ad una querela, pensiero che invece nemmeno mi sfiora perché sarebbe uno spreco di tempo e di denaro pubblico. Credo però che siano opportune delle scuse ufficiali in assenza delle quali informo sin ora la cittadinanza che l’anno prossimo il ruolo del Comune nell’organizzazione delle celebrazioni del 25 aprile sarà strettamente limitato a ciò che gli obblighi di legge ci impongono. Se qualcuno si dispererà perché avrà perso una “ghiotta” occasione di fare propaganda politica, potrà ripiegare su una manifestazione di partito».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 03 Maggio 2017
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