Adesca giovane in psichiatria e la fa prostituire, arrestato operatore sanitario

L'uomo, dipendente di una cooperativa che lavora nella struttura sanitaria, ha convinto la ragazza a stabilirsi da lui e l'ha avviata alla prostituzione. E' stato arrestato dai Carabinieri

Avarie

Adescata nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Busto Arsizio e finita a prostituirsi nei parcheggi pubblici e in casa dell’uomo che le aveva fatto credere di amarla. Questa, in breve, la triste storia di una ragazza di 24 anni con un leggero disagio mentale, ricoverata nel reparto dell’ospedale bustocco a fine 2015 e finita nelle grinfie di un 40enne senza scrupoli, arrestato questa mattina poco prima di recarsi sul suo posto di lavoro proprio nel nosocomio cittadino.

A mettere la parola fine a questa vicenda sono stati i carabinieri della Stazione di Busto Arsizio, coordinati dal comandante della Compagnia Marco D’Aleo e dal sostituto procuratore della Procura di Busto Arsizio, Rosaria Stagnaro. L’indagine ha preso le mosse da una segnalazione di una persona che ha voluto rivelare il suo sospetto ai militari di piazza XXV Aprile secondo il quale una ragazza con problemi psichiatrici sarebbe stata vittima di sfruttamento della prostituzione da parte di colui che sembrava il suo compagno ma che, in realtà, era solo il suo lenone.

L’uomo, con numerosi precedenti penali tra i quali non manca la violenza esercitata sulle sue ex-compagne, è un dipendente di una cooperativa che lavora all’interno dell’ospedale svolgendo mansioni generiche quali pulizie e distribuzione pasti. Il 40enne aveva, dunque, accesso libero ai reparti e in quello di psichiatria ha trovato la sua preda, una giovane in cura da qualche tempo.

A gennaio 2016 la convince, una volta dimessa dalla struttura sanitaria, a trasferirsi a casa sua ma nel giro di poche settimane la convince ad appartarsi con altri uomini da lui procurati per prestazioni sessuali a pagamento con la scusa del bisogno di soldi. La situazione va avanti in questo modo per un intero anno con un’escalation che inizia con uno o due appuntamenti giornalieri fino a dieci in un solo giorno. L’uomo, senza alcuno scrupolo, pubblica anche un annuncio su alcuni siti internet con tanto di numero di telefono da contattare.

Alla ragazza, inoltre, proibisce di prendere contatti con gli amici e sospende le cure causando in lei un peggioramento delle sue condizioni psicofisiche al punto tale che i genitori, ignari del fatto che la figlia fosse sfruttata sessualmente, decidono di intervenire e portarla via dalla casa dell’orco.

Ad aprile di quest’anno scattano le indagini dei carabinieri che, dalle scarse informazioni raccolte dal testimone, riescono a risalire al numero di telefono su internet e all’intestatario del numero di telefono, ovvero la giovane vittima. Una volta sentita la vittima, che ha raccontato lucidamente quanto le era accaduto nei mesi scorsi, confermando il quadro accusatorio, sono scattate le manette ai polsi del 40enne per i reati di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Durante la  perquisizione in casa sono stati trovati numerosi gadget erotici e materiale pornografico in abbondanza oltre a 5 mila euro in contanti, probabile provento dello sfruttamento della prostituzione.

Proprio questo particolare, in considerazione del fatto che la giovane donna non si prostituisse più da mesi, farebbe pensare alla possibilità che altre donne possano essere sfruttate sessualmente dal 40enne. Per qualsiasi segnalazione, anche anonima, è possibile rivolgersi alla caserma di piazza XXV Aprile a Busto Arsizio.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 29 Giugno 2017
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