Cambiamenti climatici, l’America dice addio all’accordo di Parigi
Donald Trump ha annunciato l'addio agli impegni per limitare il riscaldamento globale: "inizieremo nuovi negoziati. Se ci riusciamo bene, se no pazienza"
«Non voglio che nulla si frapponga tra di noi, quindi per mantenere il dovere solenne di proteggere l’America e i suoi cittadini gli Stati Uniti si ritireranno dall’accordo di Parigi». Con queste parole Donald Trump ha annunciato durante una conferenza stampa alla Casa Bianca l’addio del suo paese dal piano per limitare il riscaldamento globale.
Il presidente USA ha anche annunciato parallelamente che «inizieranno dei negoziati per rientrare a condizioni che siano giuste per gli Usa, i suoi lavoratori e i suoi contribuenti» e che quindi «usciamo, ma inizieremo a negoziare se riusciremo a fare un accordo giusto. Se ci riusciamo bene, se no pazienza».
«Non posso sostenere un accordo che punisce gli Stati Uniti» ha continuato e che «blocca lo sviluppo del carbone». In questo senso Trump ha anche ricordato come nelle prossime settimane verrà inaugurata una nuova miniera di carbone nel Paese, «una cosa che non succedeva da tempo». «Questo accordo non riguarda il clima quanto il fatto che altri paesi abbiano un vantaggio economico nei confronti del nostro paese» e quindi Trump ha scandito come «ritirarsi è nell’interesse economico dell’America».
La notizia non è certo una sorpresa al punto che l’Europa ha già risposto con forza. In una nota congiunta Angela Merkel, Emmanuel Macron e Paolo Gentiloni affermano che «l’intesa sul clima non è rinegoziabile. L’accordo di Parigi è uno strumento vitale per nostro pianeta». Nel documento si esprime «il rammarico per la scelta degli Usa di ritirarsi dall’accordo universale sui cambiamenti climatici di Parigi che resta una pietra angolare nella collaborazione tra i nostri Paesi per affrontare efficacemente e tempestivamente i cambiamenti climatici e per attuare gli impegni previsti dalla Agenda 2030 sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile». I tre leader sottolineano quindi di «considerare la spinta generata a Parigi nel dicembre 2015 irreversibile e con fermezza crediamo che l’accordo di Parigi non possa essere rinegoziato perché è uno strumento vitale per il nostro pianeta, la societa e le economie».
Ma l’addio degli Stati Uniti fa traballare l’accordo, a partire dalla Russia. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha già detto che «La Russia dà grande importanza [all’accordo sul clima di Parigi] ma allo stesso tempo va da sé che l’efficacia di questa convenzione sarebbe probabilmente ridotta senza i suoi attori chiave». La Cina, invece, ha ribadito che continuerà a fare la sua parte: «Non importa se altri cambiano idea, continueremo a seguire un modello di sviluppo sostenibile» ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying.
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