Da Forza Italia piovono critiche sugli ombrelli di via San Giovanni Bosco
Germano Dall'Igna critico verso l'iniziativa e attacca Longobardi. "Dove sono state versate le sponsorizzazioni? Che fa il Duc? Chi garantisce sicurezza?"
Dopo la polemica scatenata dal Naga, questa volta tutta politica è la critica che piove (è il caso di dirlo) sugli ombrelli di via San Giovanni Bosco e via Mazzini.
Germano Dall’Igna, consigliere comunale di Forza Italia, nonché Presidente della Commissione Attività Produttive, è sempre più convinto della scelta fatta di non devolvere i suoi gettoni di presenza a favore dell’iniziativa proposta dal gruppo La nostra Gallarate 9.9.
I motivi che adduce sono diversi: in primis i suoi gettoni vengono inviati da anni alle suore in Tanzania. Ma poi c’è la motivazione più politica: «E poi chi ha detto all’opposizione di uscire e far saltare il numero legale cosi da dover convocare un’ulteriore consiglio da liquidare con un altro gettone, votando poi sempre contro al bilancio, facendo così ora una bella figura?». Il riferimento è al consiglio comunale in cui la maggioranza finì sotto proprio sul voto sul bilancio, quello più qualificante dal punto di vista politico (il bilancio è un po’ la sintesi delle scelte di un’amministrazione). Di solito è la maggioranza a dover garantire i numeri, ma dopo quell’episodio il centrodestra (soprattutto Forza Italia) ha rovesciato sull’opposizione l’accusa di aver sprecato soldi (ripresa ora anche da Dall’Igna).
Infine, il vero affondo, verso Longobardi: «non è mi chiaro cosa e chi sia stato sponsorizzato e questo anche alla luce dell’organizzazione dell’inaugurazione avvenuta domenica scorsa. Inviti che a mio parere per tempo e correttezza spettavano al DUC, e non certo per lesa “maestà”, ma il sottoscritto lo ha ricevuto tramite whatsApp la sera (sabato) alle 22,26; ma io ero già fuori città».
Ed è proprio con questa premessa che Dall’Igna (che richiama anche il suo ruolo di presidente della commissione Commercio e Attività Produttive) vuole sapere «a chi sono state versate le sponsorizzazioni raccolte fra i consiglieri comunali, Ascom, Naga ed i vari commercianti che hanno aderito autonomamente all’iniziativa».
Non solo, per l’esponente berlusconiano è necessario sapere «chi ha firmato l’ordine di acquisto degli ombrelli, quanti ne sono stati acquistati, chi li ha in custodia e soprattutto chi si sta occupando della “eventuale vendita”, “tutta da verificare”, nel caso vengano distribuiti, anche, a fronte di una corresponsione di danaro».
«Tutto lecito», per Forza Italia, ma «c’è da chiedersi se fa tutto parte dello stesso progetto, o se nella confusione organizzativa, non ci sia anche del business sotto l’ombra degli ombrelli». E questo senza poter capire «se ad occuparsene è direttamente il DUC oppure – si chiedono gli azzurri – si sia “appaltata” l’organizzazione». Dall’Igna non ha preso proprio bene l’inaugurazione (per Forza Italia si è visto Aldo Simeoni. E vuole sapere «se il DUC ha avuto un ruolo e, soprattutto, quale visto che gli inviti sono stati fatti ad personam e diramati dal gruppo 9.9 sui social».
E infine il consigliere di Forza Italia affonda l’ultima stilettata sull’aspetto «legato questa volta alla sicurezza dei passanti». Dall’Igna si chiede di chia sia la responsabilità «nel caso in cui, per qualsiasi motivo, un ombrello si stacchi e arrecando danni, di qualsiasi natura, a qualcuno».
«Dispiace dover correre il rischio di passare per polemico, anche davanti ad iniziative gradevoli, di richiamo e di colore come questa, ma – dico – è giusto che ci sia trasparenza nella gestione del DUC che non deve limitarsi solo ad essere una vetrina spenta nella quale lasciar riflettere, per opportunità, l’immagine di un gruppo politico».
«Specifico inoltre che in qualità di Presidente di Commissione Attività Produttive sto ancora aspettando dal gruppo “La Nostra Gallarate 9.9”:
“…le nostre proposte, che sono realizzabili, verranno protocollate, così l’amministrazione le vedrà a titolo ufficiale..”» (Dall’Igna cita dichiarazioni del 16 febbraio 2017).
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