Fabio Aru stravince la maglia tricolore. Sottotono i varesini

Firma prestigiosa sui campionati italiani: il sardo vince in solitaria e dedica il successo a Scarponi. Niente da fare per i nostri corridori

ciclismo fabio aru campione d'italia 2017

Nello sport non sempre vince il più forte, ma questo non è il caso di oggi; Fabio Aru vince a Ivrea il campionato italiano di ciclismo su strada, legittimando sull’ultima ascesa di La Serra il lavoro della sua squadra – la Astana – con uno scatto imperioso che non lascia scampo agli avversari. Il “Cavaliere dei Quattro Mori” indossa quindi la maglia tricolore per la prima volta in carriera.

Giornata anonima invece per i tre corridori varesotti impegnati nella prova, valida anche come “Gran Piemonte” (ovvero il vecchio Giro del Piemonte con un nuovo nome). Ivan Santaromita, Edward Ravasi e Luca Chirico non hanno lasciato il segno nelle fughe di giornata; il veterano della Nippo-Fantini ha concluso al 38° posto mentre i due giovani si sono ritirati. Va però ricordata l’impresa (sabato) del samaratese Antonio Puppio, neo-campione d’Italia a cronometro juniores.

LA GARA

Il via ufficiale della corsa è dato alle 12;05: la fase iniziale è nel segno dei tatticismi dato che nessuno vuole scoprirsi e nessuno vuol provare l’impresa da lontano. Soltanto dopo un’ora di gara si stacca una fuga di quattro uomini: Paolo Prandini (Sangemini Olmo), Simone Sterbini (Bardiani CSF), Ettore Carlini (D’Amico Utensilinord) ed Enrico Battaglin (Lotto NL-Jumbo). Inizialmente i Bahrain Merida di Giovanni Visconti provano a tener sotto controllo i battistrada, ma non ricevendo collaborazione dagli altri team decidono di rialzarsi, facendo lievitare il vantaggio dei quattro a oltre 12 minuti. Sulla salita di Castelnuovo Nigra si stacca Prandini e l’Astana inizia a condurre le danze riducendo velocemente il gap con i tre attaccanti rimasti. Al primo passaggio sul circuito di Ivrea, quando mancano 84 chilometri al traguardo, i fuggitivi hanno ancora 5 minuti di vantaggio, ma la marcia dell’Astana (condotta da uno straordinario Dario Cataldo) è inarrestabile e all’inizio del terzo giro il distacco è solamente di una manciata di secondi.

Sulla terza ascesa di La Serra restano i migliori, ma a sorpresa si stacca Visconti che era considerato uno dei favoriti. In discesa provano un allungo Fabio Felline e Gianluca Brambilla che però non riesce; al momento del suono della campana (che segna l’inizio dell’ultimo giro) guida la corsa un gruppetto di 18 corridori: Davide Rebellin (Kuwait Cartucho), Marco Canola (Nippo Vini Fantini), Dario Cataldo e Fabio Aru (Astana), Gianluca Brambilla e Matteo Trentin (Etixx Quick Step), Fabio Felline (Trek Segafredo), Salvatore Puccio e Gianni Moscon (Team Sky), Matteo Busato (Wilier Triestina), Diego Ulissi (UAE Team Emirates), Matteo Cattaneo (Androni Giocattoli), Mattia Gavazzi (Amore & Vita); Vincenzo Nibali e Sonny Colbrelli (Bahrain Merida), Damiano Caruso (BMC), Davide Villella (Cannondale Drapac) e Rinaldo Nocentini (Sporting Tavira).

IL FINALE

Il quarto passaggio di La Serra è decisivo: il forcing incredibile di Cataldo prepara il terreno per lo scatto di Aru, che puntualmente arriva. Alle sue spalle si forma un gruppettino con Moscon, Caruso, Ulissi, Nocentini, Brambilla e Nibali, ma il sardo è incontenibile e il suo vantaggio aumenta. Nibali si stacca: lo Squalo in mattinata aveva dichiarato di non avere ambizioni di vittoria e di essere pronto a lavorare per Visconti, ma vedendo la giornata negativa di quest’ultimo il siciliano ha provato a restare con i migliori, onorando fino in fondo la corsa.
Aru scollina con un vantaggio di 30 secondi e addirittura guadagna ulteriormente negli ultimi 14 chilometri, complice il mancato accordo dei cinque inseguitori, tagliando in solitudine il traguardo di Ivrea. Sul secondo gradino del podio sale Ulissi, che regola in volata Nocentini, Caruso e Moscon; via via arrivano tutti gli altri.

LA DEDICA

Per il sardo la gioia è indescrivibile, ma un pensiero va all’amico Michele Scarponi tragicamente scomparso lo scorso 22 aprile: la maglia indossata oggi dal “Cavaliere dei Quattro Mori” era la vecchia divisa di Scarponi, che i due si erano scambiati in Sierra Nevada. Con la voce rotta dall’emozione Aru ha dedicato la vittoria all’amico scomparso e ha promesso di regalare la maglia alla sua famiglia.

Dopo una prima parte di stagione difficile, con la caduta proprio in Sierra Nevada che aveva compromesso la sua preparazione, Fabio Aru è finalmente tornato alla ribalta in grande stile e al prossimo Tour de France il neocampione italiano sarà indubbiamente protagonista, con la speranza di conquistare, dopo la maglia tricolore, l’ambita maglia gialla.

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Pubblicato il 25 Giugno 2017
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