Dalla Cina ad Albizzate il welfare della Vibram garantisce qualità

La multinazionale di Valdarno ha aderito alla rete Giunca. Sara Bardelli: «È un'esperienza innovativa in grado di mettere a fattore comune le migliori pratiche già sperimentate dalle aziende della rete»

vibram sede albizzate

La parola innovazione la Vibram spa di Valdarno, frazione di Albizzate, ce l’ha scolpita nel dna. Questa azienda che è tra i leader mondiali nella produzione di suole tecniche ad alte prestazioni, nel pieno della crisi si inventò le five fingers (cinque dita), scarpe rivoluzionarie che permettono di provare le stesse sensazioni che si provano camminando a piedi nudi. La tribù mondiale degli scalzi decretò il successo del prodotto che si guadagnò le citazioni dei più importanti magazine americani e una citazione nel celebre David Letterman show.

All’azienda fondata da Vitale Bramani nel 1936 piace essere al passo con i tempi anche per quanto riguarda il welfare e la presenza sul territorio di Giunca, la prima rete di imprese italiana a scopo mutualistico, per Vibram ha rappresentato quasi un approdo naturale. «Da una parte ci piaceva l’idea di prendere parte a un’esperienza così innovativa – racconta Sara Bardelli, responsabile risorse umane dell’azienda di Albizzate – dall’altra riconoscevamo il valore di mettere a fattore comune le migliori pratiche già sperimentate dalle aziende che fanno parte della rete».

In questa multinazionale tascabile, con stabilimenti in Cina, Stati Uniti e Giappone, dove lavorano complessivamente circa 900 persone, gli interventi legati al welfare non possono correre su binari differenti a seconda del paese dove si produce, soprattutto se il mantra di un’impresa è: garantire la qualità della vita ai propri dipendenti. La reputazione aziendale richiede dunque un lavoro di armonizzazione notevole in grado di erogare lo stesso livello di servizi. «La Vibram è una spa di proprietà di una famiglia che ritiene fondamentale l’ascolto dei lavoratori e delle loro esigenze – continua Bardelli -. Nel garantire il benessere psicofisico delle persone che lavorano e delle loro famiglie c’è una coerenza di fondo, ecco perché i valori che stanno alla base della vita in azienda non prescindono mai dalla qualità, anche in presenza di contesti sociali e culturali diversi».

Dietro quest’ultimo concetto ci sono una serie di azioni complesse che vanno dalla conciliazione tra lavoro e vita familiare al servizio di counseling in azienda, dal supporto per lo svolgimento di alcune pratiche burocratiche  al fitness, dalla pratica sportiva alla cura dell’alimentazione con un servizio mensa che la stessa Bardelli definisce «eccezionale, in grado di reggere il confronto con i migliori ristoranti».

Un buon welfare crea coesione in azienda, la condivisione di valori e momenti comuni sono il cemento di una comunità molto varia, che spesso comprende più generazioni. E se passando da Valdarno vi capita di vedere nel prato vicino allo stabilimento della Vibram un folto gruppo di lavoratori fare un picnic o degustare un gelato artigianale non si tratta di uno sciopero ma è solo uno dei tanti momenti di socialità previsti dall’azienda.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Luglio 2017
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