Arianna in crescita, Nicolò scalpita: le nostre “rane” sono pronte per i Mondiali

Intervista a Gianni Leoni e Marco Pedoja, gli allenatori di Castiglioni e Martinenghi. Domenica l'esordio di "Tete", lunedì tocca ad "Ari"

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Per Arianna Castiglioni e Nicolò Martinenghi siamo ormai giunti al momento della “camera di chiamata”, lo spazio in cui i nuotatori vivono gli ultimi minuti prima di affacciarsi sul bordo vasca e salire sui blocchi di partenza da cui prendono il via le loro gare.

I due talenti varesotti – “Ari” è di Busto, “Tete” di Azzate – sono arrivati a Budapest, dove è in corso il mondiale delle discipline acquatiche e stanno rifinendo la preparazione per le rispettive gare individuali. Martinenghi sarà il primo a scendere in acqua nei 100 rana: domenica mattina ci sarà la batteria, nel pomeriggio l’eventuale semifinale (QUI l’articolo con le loro gare).

Ma tutti noi speriamo che lunedì pomeriggio il campione italiano del Nuoto Club Brebbia sia anche sui blocchi della finale per le medaglie. Proprio lunedì, e nella stessa gara in versione femminile, comincerà anche il mondiale di Castiglioni.
Di loro abbiamo parlato con i rispettivi allenatori, che hanno accompagnato i nostri ranisti in Ungheria: Gianni Leoni per Arianna, Marco Pedoja per Nicolò.

ARIANNA, FORZA DI VOLONTÀ VS PUBALGIA

«L’avvicinamento ai Mondiali di Arianna è stato segnato dalla pubalgia, problema per il quale non gareggia dai primi di giugno – spiega Gianni Leoni che segue da anni la bustocca del Team Insubrika – Nella rana la coordinazione è fondamentale e ogni piccolo fastidio può intaccare la nuotata: per questo prima abbiamo prima dovuto evitare che Arianna sentisse dolore. Ora sta bene, ha raggiunto una condizione fisica stupenda ma ovviamente dobbiamo fare i conti con qualche incognita legata alla minor confidenza con il ritmo di gara».

Giornata dopo giornata però, Castiglioni potrebbe migliorare: «Io credo che in semifinale potrebbe fare nettamente meglio che in batteria, e lo stesso vale per un’eventuale finale. E nei 50 metri, che si disputano dopo i 100, potrebbe essere a un livello ancora superiore. Per i motivi che abbiamo detto, Arianna potrebbe pagare qualcosa a livello di spinta con le gambe nel finale dei 100; per questo ci possiamo dare un obiettivo per volta a partire dalla qualificazione alle semifinali dei 100. Ma quando parliamo di lei ricordiamoci una cosa: ha una forza di volontà incredibile, con cui ha superato gli ostacoli fisici che si è trovata davanti negli ultimi due anni».

Castiglioni potrebbe anche valere la finale nelle due specialità, al netto di queste incognite; nelle sue gare gli occhi saranno puntati soprattutto sull’americana Lilly King (oro nei 100 alle Olimpiadi di Rio) e a seguire sulla discussa russa Julija Efimova. Poi c’è un folto gruppo di pretendenti alla finale tra le quali potrebbe inserirsi anche Arianna.

NICOLÒ NON VEDE L’ORA

«Nicolò è tranquillo, sereno e carico al punto giusto. E ha voglia di gareggiare, contento di dover scendere subito in vasca perché non vede l’ora di esordire nel Mondiale». Marco Pedoja è accanto al primatista tricolore anche in questi giorni di vigilia: «Da quattro giorni stiamo facendo un lavoro di scarico: abbiamo diminuito l’attività di “fondo” passando dagli 8/9 chilometri al giorno ai quattro totali, due al mattino e due al pomeriggio. Ci stiamo concentrando sui dettagli come partenze, virate, subacquee, numero di bracciate, e proviamo i tratti veloci anche per stimolare il ritmo di gara».

L’attesa maggiore, per Martinenghi, è proprio per i 100 metri, la gara d’esordio: «Credo sia la distanza migliore per Tete: nei 50 escono alcuni piccoli difetti che invece nei 100 riesce a gestire e neutralizzare meglio. E poi sui 100 Nicolò è migliorato costantemente negli ultimi mesi: i tempi che ha realizzato nelle ultime gare importanti valgono la finale, mentre nei 50, da aprile in poi, non è cresciuto. E nella distanza breve ci si gioca tanto sui piccoli dettagli: può qualificarsi ma è più difficile».

Martinenghi tra l’altro ha di fronte a sé un avversario considerato imbattibile come Adam Peaty che ha tempi irreali per tutti («Può perdere solo se cade dal blocco» scherza Pedoja). Poi ci sono il sudafricano Van der Burgh che finora quest’anno non ha brillato, un paio di americani (Cordes e Miller), il giapponese Koseki, l’incognita cinese Yan e il russo Chupkov e altri ancora.

E LE STAFFETTE?

I risultati delle gare individuali sono importanti, sia per Castiglioni sia per Martinenghi, anche per l’eventuale partecipazione alle staffette. Nella 4×100 femminile la bustocca parte “alla pari” con Martina Carraro e i risultati dei 100 metri saranno determinanti per capire chi disputerà la gara a squadre.
Tra gli uomini l’azzatese è attualmente favorito, ma l’Italia avrà a Budapest anche il più esperto Fabio Scozzoli. Martinenghi è anche il più indicato a gareggiare nella staffetta “mista-mista” (con due uomini e due donne) perché la frazione a rana dovrebbe essere appannaggio del settore maschile.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Luglio 2017
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