Gli ITS offrono la preparazione che il mondo dell’industria chiede

Dopo il diploma, i percorsi ITS e IFTS offrono un percorso formativo basato su laboratori e tirocini. Un sistema recentemente promosso da Confindustria

Isis ponti gallarate laboratorio tecnico

Appena concluse le fatiche dell’Esame di Stato, per molti diplomati si apre la riflessione sul domani. Le opzioni sono due: proseguire gli studi o entrare direttamente nel mondo del lavoro.

La decisione è spesso influenzata dall’andamento del mercato del lavoro: con un tasso di disoccupazione giovanile tra i più elevati nell’area UE, gli sforzi si concentrano sul cammino da intraprendere per acquisire la miglior preparazione in vista dell’ingresso nel sistema produttivo.

Alla classica via accademica, da alcuni anni ( 2010) si contrappone un modello di preparazione molto più professionalizzante. Un sistema post diploma biennale o annuale in forte espansione su cui scommette il sistema industriale. Recentemente, al convegno“Giovani, impresa, lavoro”, svoltosi a Milano, Confindustria ha sottolineato in modo esplicito la necessità di sviluppare maggiormente e in modo qualificato il sistema degli ITS/IFTS i corsi post diploma.  Il Vicepresidente di Confindustria per il capitale umano Giovanni Brugnoli intervenendo al Convegno ha dichiarato: «Il Paese non può mettere a rischio la propria industria manifatturiera continuando a tenere separati il lavoro e la scuola. Ci troviamo in uno scenario drammatico e, al tempo stesso, paradossale: troppi ragazzi hanno perso speranza nel futuro, la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli impressionanti e, nel contempo, le imprese non trovano le professionalità di cui hanno bisogno. Dobbiamo invertire queste tendenze e dare una risposta al problema dell’occupazione, soprattutto dei giovani. Serve avvicinare le scuole alle imprese e spostare l’asse delle politiche del lavoro dal sostegno al reddito alle politiche attive, aumentando gli investimenti in questi ambiti. La situazione chiama in causa, prima di tutto, l’impresa e il suo ruolo educativo nella formazione dei giovani. Occorre finanziare lo sviluppo e mettere al centro le persone, diffondendo l’idea che per l’occupabilità l’apprendimento deve durare tutta la vita. In questa prospettiva serve una forte contaminazione fra lavoro e scuola, perciò Confindustria propone una filiera educativa fondata su tre pilastri: incontro domanda offerta, attraverso percorsi di studio in linea con le esigenze delle imprese, collegando mondo della scuola e mondo del lavoro, grazie a strumenti come l’alternanza e l’apprendistato; puntare sulla formazione continua, da realizzare anche con il sostegno dei fondi interprofessionali ed infine, valorizzare vere e proprie filiere educative inserendo l’apprendistato nei percorsi formativi. Vogliamo sensibilizzare le imprese a impegnarsi su questi temi: alternanza e Its».

Il Ministro Valeria Fedeli ha proprio in questi giorni sotto mano il piano di sviluppo della formazione terziaria professionalizzante per mettere ordine al settore e farlo decollare.

Rispetto al mondo accademico, gli ITS/IFTS sono percorsi che contengono in sé una parte cospicua di laboratorio e tirocinio: almeno due quinti del monte ore si trascorre in azienda mentre un altro quinto viene strutturato con laboratori. Inoltre,  si caratterizzano per il corpo docente: quasi tutti i formatori provengono dal mondo del lavoro e delle professioni con significativa esperienza nei settori tecnologici specifici.
Al termine si ottiene la certificazione di “Tecnico superiori di V Livello europeo” per i percorsi ITS e quello di “Specializzazione tecnica di IV livello europeo” per gli IFTS.

Fino a oggi, le esperienze di formazione post diploma hanno sempre dato risultati più che gratificanti: le statistiche evidenziano che la percentuale di occupati al termine della formazione si aggira attorno all’80%.

Sei sono le aree di sviluppo indicate dal Ministero: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il Made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali- turismo, tecnologie della informazione della comunicazione.

Sei campi strategici per il “sistema paese” su cui si lavorerà in modo sinergico anche con le università con la costruzione di percorsi misti: due anni ITS e un terzo anno accademico così da arrivare a definire nuove lauree più professionalizzanti. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Luglio 2017
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