Le prime parole di monsignor Delpini: “Sono inadeguato, ho bisogno di tutti voi”

Sono state umili e simpatiche, ma non per questo poco incisive le prime parole pronunciate da arcivescovo per monsignor Mario Delpini, appena nominato arcivescovo di Milano

Monsignor Mario Delpini

Sono state umili e simpatiche, ma non per questo poco incisive le prime parole pronunciate da arcivescovo per monsignor Mario Delpini, appena nominato arcivescovo di Milano.

«Di questa nomina, io sento soprattutto la mia inadeguatezza – ha commentato innanzitutto, prendendo la parola dopo l’annuncio di Scola – Lo vedete già dal nome. I miei predecessori hanno nomi solenni: Angelo, Dionigi, Carlo Maria, Giovanni Battista, Ildefonso… Voi vi domanderete, “ma Mario, che nome è?”».

Strappa cosi il primo sorriso e il primo applauso, con la simpatia e l’umiltà, il nuovo arcivescovo di Milano. E continua: «Io sono stato tutta la mia vita qui a Milano, non posso essere una sorpresa: in molti mi hanno incontrato, e avranno potuto valutarmi piu o meno cosi “si, è un brav’uomo, ma Arcivescovo di Milano…”».

Mons. Mario Delpini sarà il 144esimo arcivescovo ambrosiano. Il suo motto è Plena est terra gloria eius.

Anche il curriculum dei suoi predecessori, a suo dire, non fa che renderlo inadeguato: «Se guardo gli articoli  e i libri che hanno scritto i miei predecessori, rimango un po’ schiacciato dalla responsabilità: io ho scritto giusto qualche storiella per bambini… –  Diciamolo: io finora come prete sono stato, piuttosto, un impiegato. E negli ultimi anni un impiegato di Curia. Ho bisogno quindi dei consigli dei teologi ma anche di tutti voi, di tutti coloro che più di me stanno lavorando allo studio del mondo che affronterò, perchè mi siano di supporto».

Ma, parlando “da prete” come ha piu volte fatto intendere, ha comunque segnato i suoi primi punti fermi come arcivescovo. Innanzitutto nei confronti dei sacerdoti della diocesi: «Proprio perchè già mi frequentate da tempo, la prima cosa che chiedo e spero è che non rimaniamo impigliati nel risentimento – annuncia Delpini – Voglio chiedere già scusa se per caso qualcuno di voi si sia sentito ferito da qualche decisione. e vi chiedo di ricominciare da zero, e di vivere d’ora in poi come una chiesa unita. Ultimamente ho dovuto fare tante scelte, vi prego di considerarle con benevolenza».

Per quanto riguarda invece la società, di Milano e della sua diocesi, le sue prime parole sono: «Spero che la Chiesa di Milano dia l’impressione di non far sentire straniero nessuno – ha detto –   chiedo quindi aiuto affinchè possa essere supportato in questo intento».

E a chi gli chiede esplicitamente quale messaggio vuole dare è «Sono prete: e il primo messaggio che posso dare la città è quello di cercare Dio e un rapporto con Dio. Una città cosi secolarizzata come la nostra, ha innanzitutto un grande rispetto della laicità. Però, senza riferimento a Dio, non c’è speranza»

Alla domanda invece: “cosa chiederebbe nelle sue preghiere?” la risposta è invece stata «Chiederei il dono della gioia: mi sembra sia una delle risonanze piu abituali del vangelo, che l’Arcivescovo Scola e Papa Francesco hanno ribadito, nel giorno della visita pastorale del santo Padre. Quel messaggio “con il vangelo viene la gioia” lo faccio anche mio: sarei contento che lo Spirito Santo incrementasse la gioia di noi milanesi. Che siamo bravi, efficienti, ma diamo un po’ troppo  l’impressione di essere scontenti e impazienti».

LA DIRETTA DELLA NOMINA DI MONSIGNOR DELPINI AD ARCIVESCOVO DI MILANO

IL DISCORSO COMPLETO DI MONSIGNOR DELPINI

. «A Milano nessuno si senta straniero»

«La città metropolitana e la Diocesi devono interrogarsi su quale volto vorranno avere nel futuro: bisogna che io per primo e tutti gli altri impariamo ad ascoltare anche quelli che parlano lingue differenti e difficili da capire, perché nessuno si senta straniero e discriminato», ha detto.

«Ho quindi bisogno che tutti gli uomini e le donne che abitano in diocesi, da qualunque parte del mondo provengano, qualunque lingua parlino, aiutino la Chiesa ambrosiana ad essere creativa e ospitale, più povera e semplice, per essere più libera e lieta», ha detto prima di concludere l’intervento.

. «Sarei contento se lo Spirito Santo incrementasse la gioia dei milanesi»

Rispondendo alle domande dei giornalisti, mons. Delpini ha detto: «La prima cosa che chiederò allo Spirito Santo è il dono della gioia. Papa Francesco, venendo a Milano ha ribadito che con il Vangelo viene la gioia.  Sarei contento se lo Spirito Santo incrementasse la gioia di noi milanesi che siamo bravi, intelligenti, ma sempre un po’ scontenti, lamentosi».

Alla domanda se si trasferirà dalla casa del clero dove attualmente risiede nell’appartamento del Palazzo arcivescovile, Delpini ha risposto: «Per ora nel Palazzo ci abita Scola e non ho nessuna intenzione di affrettare il suo trasloco. Poi ci penserò. È vero come ha detto il Cardinale nell’elogio che vivo in estrema povertà ma non è che sto sotto un ponte», ha chiosato con una battuta.

Sulle scelte future per la Diocesi, Delpini ha sottolineato che «Papa Francesco, scegliendo il vicario generale, vuole indicare una continuità con il magistero del cardinale Scola. Penso che dovremo continuare sulla strada segnata dai vescovi che hanno guidato questa Chiesa», ha dichiarato ricordando Martini, Tettamanzi e Scola.

. IL PRIMO MESSAGGIO DA ARCIVESCOVO DI MONSIGNOR DELPINI

Come primo messaggio alla città mons. Delpini ha evidenziato: «Il Papa è venuto alla Case Bianche come un sacerdote e quindi il messaggio che voglio dare sarà quello di un prete che considera irrinunciabile per la vita il rapporto con Dio. Sulla fiducia che esiste un Dio che ci ama si può costruire il dialogo con gli altri, anche in una città tanto secolarizzata e rispettosa della laicità come Milano».

IL BENVENUTO DEL CARDINAL SCOLA

«I nostri rapporti sono stati pressoché quotidiani e segnati da grande franchezza – ha sottolineato nel suo intervento il cardinale Angelo Scola, che scelse Delpini come vicario generale nel 2012 -. Abbiamo sempre preso insieme le decisioni dopo accurato confronto. Sono convinto che il Santo Padre, con la nomina di S. E. Mario Delpini, ha fatto un grande dono alla Chiesa di Milano e a tutte le donne e gli uomini che abitano le nostre terre. Di questo dono siamo particolarmente grati a Dio e al Santo Padre».

Ripercorrendo i suoi sei anni alla guida della Diocesi, il cardinale Scola ha detto di «aver avuto la fortuna di arrivare a Milano nel momento in cui la città ha ritrovato un ritmo nuovo, uno slancio nuovo, ha preso coscienza di essere una metropoli europea. Ma questo non è ancora tutto. Occorre trovare ancora una completezza di senso».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Luglio 2017
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  1. Roberto Colombo
    Scritto da Roberto Colombo

    con i Cardinali Martini e Tettamanzi, la Diocesi milanese è sempre stata politicamente schierata a sinistra; con l’attuale vescovo Scola la Diocesi milanese è sempre stata filoimmigrazionista e aperta all’Islam; ora mi auguro che monsignor Delpini pensi a propagandare la religione cristiana (e non l’Islam) e tenga la Diocesi lontano dalla politica.

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