L’eredità intellettuale di Sottrici: “Per salvare l’Italia bisogna cambiare le regole del gioco”

Nel 2013 l'imprenditore bustocco pubblicò un saggio per Nomos Edizioni in cui analizzava la situazione del sistema Paese

Parlamento italiano

A una settimana di distanza dalla sua morte, il nome di Flavio Sottrici, imprenditore cartario e tessile di Busto Arsizio, è stato ricordato più volte e non solo per  il ruolo fondamentale svolto nell’Unione degli industriali della provincia di Varese. Il presidente della Liuc Michele Graglia, durante la presentazione di una ricerca dell’ateneo di Castellanza sull’economia lombarda, ha parlato di Sottrici definendolo «un grande visionario che aveva indicato nella preparazione culturale una delle attività chiave per il territorio». Motivo per cui fu tra gli ideatori e i principali promotori della nascita della Liuc.

Nel 2013 Sottrici scrisse per Nomos Edizioni “Le regole del gioco”, saggio agile e interessante con la prefazione di Antonio Martino in cui sostenne la seguente tesi: il disconoscimento per vari decenni dell’articolo 81 della costituzione ha portato il Paese allo sbando. Con quell’articolo il legislatore costituente aveva voluto evitare che il politico di turno decidesse maggiori spese senza aver previsto le entrate corrispondenti.

L‘articolo 81 ha retto per circa 25 anni, cioè fino alla fine degli anni Sessanta, dopodiché è iniziato il dissesto della finanza pubblica con pesanti responsabilità da parte della classe politica. «La drammatica situazione finanziaria in cui si trova il Paese – scrive Sottrici – e che ha provocato il fallimento di migliaia e migliaia di aziende e la conseguente disoccupazione di tre milioni di persone, è dovuta al mancato rispetto per quarant’anni  di un articolo fondamentale della costituzione da parte del Parlamento. Per cambiare le cose bisogna cambiare  le istituzioni e cambiare gli uomini».

Sottrici si domanda retoricamente se  i politici siano consapevoli della gravità della situazione. Al tempo stesso si chiede – questa volta senza retorica e citando Vilfredo Pareto – «come affidare il potere ai migliori senza che ne abusino». L’autore richiama l’opera e le idee di Giuseppe Maranini, entra nel merito del dibattito sull’architettura istituzionale e sulle modifiche costituzionali, sul sistema elettorale uninominale  e sull’elezione diretta del Presidente, sconsigliabile «in un Paese facile alle suggestioni come l’Italia».

Come fare allora per evitare l‘assalto annuale alla diligenza della legge finanziaria e lasciare che il Governo si dedichi  ai propri compiti fondamentali? Sottrici risponde in modo netto: «Per salvare l’Italia bisogna cambiare le regole del gioco». Solo così si può realizzare un’architettura costituzionale che impedisca il ripetersi delle condizioni che hanno portato il Belpaese al disastro  attuale.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 10 Luglio 2017
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