Longobardi: “Sul Summer Festival l’amministrazione deve prendersi le sue responsabilità”

Il consigliere di Gallarate 9.9 ricorda: "L'amministrazione andava in giro a invitare i commercianti, ora non puà lavarsene le mani". E sull'estate approva le serata Naga e incalza Palazzo Borghi

Rocco Longobardi

La chiusura del Summer Festival continua a far discutere, anche a livello politico. Per l’eco che aveva avuto la manifestazione, per gli introiti che doveva generare per il Comune, ma anche per il ruolo avuto dall’amministrazione comunale. Che ora – rileva Rocco Longobardi – «se ne lava le mani», dopo la debacle dell’evento in via Danimarca.

«Sul Summer Festival ognuno deve prendersi la propria responsabilità» incalza il consigliere comunale di La Nostra Gallarate 9.9. L’amministrazione aveva parlato di «goal dell’assessorato di Claudia Mazzetti», aveva sostenuto indirettamente il lancio del festival e anche di più, secondo Longobardi. «Prima l’amministrazione ha avuto un ruolo: ha contattato i commercianti chiedendo di aderire ed è salita sul carro del vincitore quando il festival è aperto. Ora dice che non c’entra nulla, lo ripetono sindaco e assessore Mazzetti. Ma non funziona così: chi è stato convinto deve essere tutelato, non si può dire che non l’amministrazione non c’entra nulla».

C’è poi un aspetto più generale, quello della coesistenza tra il Festival e le proposte complessive per il commercio. E anche su questo Longobardi è in parte critico. Come quando l’amministrazione s’intesta il successo delle serate all’aperto nell’ultimo mese, che invece vanno ricondotte all’impegno del Naga: «Il Naga esiste da sei anni, ha sempre lavorato per la città, sia con la precedente amministrazione di centrosinistra che con quella di centrodestra ha fatto proposte e realizzato eventi». È un riconoscimento del lavoro fatto dall’associazione, dopo che nelle ultime settimane c’era stato qualche attrito tra Longobardi (ex presidente del sodalizio) e l’attuale  presidente Luca Filiberti. «Ma al di fuori del Naga, qual è la strategia? Siamo sulla buona strada in generale? Mi sembra si stia tornando indietro. Fino ad ora il Distretto fino ad ora ha fatto solo una serata di cabaret».

Certo, c’è l’allestimento degli ombrelli in via San Giovanni Bosco e via Mazzini, che ha creato un po’ di movimento. Era un’iniziativa sostenuta anche dal Distretto, ma Longobardi dice che l’impegno di Palazzo Borghi nel valorizzare la cosa non è stato così convinto negli ultimi tempi, anzi dalle file del centrodestra sono arrivate anche esplicite critiche (da Forza Italia). «Noi la nostra parte propositiva l’abbiamo fatta. L’assessore Mazzetti invece non ha neppure citato l’iniziativa degli ombrelli che lei stessa ha sostenuto. E non abbiamo neppure ricevuto risposta all’idea di un evento in piazza per la vendita solidale degli ombrelli».

«L’assessorato non deve fare solo eventi serali, ma deve contribuire a far crescere tutte le attività con un’azione complessiva. Non mi pare di vedere un particolare attivismo» conclude Longobardi. Che ribadisce l’intenzione di voler contribuire alla crescita della città anche dalle file della minoranza, ma è fermo nella valutazione: «Noi siamo propositivi, ma non siamo stupidi: se vediamo che cose non funzionano, lo facciamo notare. Amministrare non è un gioco personale».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 19 Luglio 2017
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