Giovane muore a Formentera: medico varesino denuncia la qualità del soccorso

Da 18 anni impegnato nel servizio 118, il medico Alzati ha assistito impotente alle operazioni di soccorso di un 27enne emiliano

defibrillatore

Un medico non smette i panni del soccorritore, nemmeno in vacanza. Tanto più se è un rianimatore, con 18 anni di servizio di ambulanze e interventi di emergenza. Per questo Emanuele Alzati, medico rianimatore del 118 di Varese non si dà pace per la morte del ventisettenne emiliano Luca Chiarabini, avvenuta nell’isola spagnola di Formentera.

« Stavo passeggiando con la mia famiglia quando ho visto l’ambulanza e l’auto della polizia – racconta il medico – mi sono avvicinato e ho visto il giovane a terra all’interno del ristorante, intubato. Attorno a lui c’erano almeno 5 persone del soccorso in evidente difficoltà. Mi sono avvicinato, ho spiegato chi fossi, mi sono offerto di dare una mano. Ma sono stato allontanato».

Così Emanuele Alzati ha assistito impotente alle vistose inadempienze da parte del soccorso spagnolo: « Non è stato fatto il massaggio cardiaco, non è stato effettuato l’accesso venoso per somministrare l’adrenalina. Non sono state applicate le placche per defibrillare. Il medico auscultava il cuore: una pratica che non è assolutamente prevista».

Attimi preziosi in cui per Luca non erano svanite tutte le speranze : « Il tracciato elettrocardiografico non era asistolico e occorreva agire secondo i protocolli internazionali. Io ci ho provato, ho insistito, ho continuato a chiedere di poter intervenire alznando la voce. Finché i poliziotti della Guardia Civil non mi hanno allontanato. Anche quando il giovane è stato caricato in ambulanza non è stato applicato il protocollo. Non so se il giovane si sarebbe salvato: io ho esperienze di massaggi per oltre 50 minuti che hanno salvato pazienti in arresto».

Il dottor Alzati ha voluto veicolare la rabbia per tanta impotenza davanti a una giovane vita che si spegneva in una serie di lettere di denuncia inviate a un giornale locale, al direttore del servizio emergenza 061, al presidente del consiglio di Formentera: « Per ora non mi è arrivata nessuna risposta. Ritengo che la questione vada affrontata, occorra chiarire cosa sia successo e perché, così da non ripetere gli stessi errori. Formentera è un’isola dove transitano milioni di persone in estate, l’assistenza in emergenza è doverosa».

C’è un altro motivo che ha spinto il medico rianimatore a non tacere: « Non è stata effettuata l’autopsia. Per le autorità locali si è trattato di morte naturale. Ma era un giovane di 27 anni, la famiglia ha il diritto ad avere risposte».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Agosto 2017
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