“Stop alle ricerche sui soldati-robot”. L’industria si appella all’Onu

Oltre 100 fondatori di aziende di robotica, tra cui l'italiano Alberto Rizzoli, hanno scritto una lettera per fermare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale nella corsa agli armamenti

Soldati Robot

“Non sviluppate altri studi sulla produzione dei soldati-robot“. È l’appello che lanciano 116 fondatori di aziende di robotaica che hanno presentato una lettera all’Onu per evitare che le produzioni di armamenti bellici prendano la direzione degli “armamenti intelligenti”.

Il documento, firmato anche da Elon Musk della Tesla, Mustafa Suleyman fondatore di DeepMind (Google), e anche dall’italiano Alberto Rizzoli, è stato presentato a Melbourne, dove sono riuniti nella International Joint Conference on Artificial Intelligence (IJCAI). La lettera vuole fronteggiare quindi lo sviluppo dell’intelligenza artificiale nella corsa agli armamenti e chiede all’Onu di intervenire come fece in passato con gli armamenti nucleari, con pensanti sanzioni ai paesi che invece vorranno sviluppare questa tecnologia. 

I rappresentanti dell’industria dell’intelligenza artificiale hanno scritto la lettera dopo la diffusione della notizia che il primo meeting del gruppo di esperti governativi (CGE) sui sistemi di armi letali autonome, che avrebbe dovuto aver luogo nei giorni scorsi, è stato rimandato a data da desinarsi.

«Invitiamo i partecipanti ai lavori del GGE a sforzarsi di trovare modi per prevenire una corsa agli armamenti autonomi, per proteggere i civili dagli abusi e per evitare gli effetti destabilizzanti di queste tecnologie – si legge nel documento -. Le armi letali autonome minacciano di essere la terza rivoluzione in campo militare. Una volta sviluppate, permetteranno ai conflitti armati di essere combattuti su una scala più grande che mai, e su scale temporali più veloci di quanto gli umani possano comprendere: sono armi che despoti e terroristi potrebbero rivolgere contro popoli innocenti, oltre che armi che gli hacker potrebbero riprogrammare per comportarsi in modi indesiderabili. Non abbiamo molto tempo per agire: una volta aperto il vaso di Pandora, sarà difficile richiuderlo». 

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 21 Agosto 2017
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