Da sogno a incubo: il destino di Pedemontana si decide in questi giorni

Lunedì c'è stata la prima udienza sul fallimento: i costi di costruzione si sono rivelati enormi, l'uso inferiore alle aspettative, il pedaggio troppo complicato.

Pedemontana - Foto Luca Sacchet

Da sogno per l’area più sviluppata del Paese a incubo, almeno per chi ha messo i soldi e si trova a gestirla. È il destino della Pedemontana Lombarda, per cui è stato richiesto il fallimento all’inizio dell’estate scorsa: la società ha un indebitamento enorme e crescente, non è riuscita a ripagare il prestito ponte e – in queste condizioni – non sembrano esserci le condizioni per il completamento (che darebbe più senso all’opera pensata per connettere A8 e A4, Malpensa e Orio; anche se è tutto da dimostrare).

L’11 settembre si è tenuta la prima udienza al tribunale fallimentare, conclusasi in pochissimi minuti e con un rinvio sulla decisione. Sul fallimento è chiamato a decidere un collegio composto da tre giudici in forza alla sezione fallimentare del Tribunale di Milano.

Gli elementi portati da accusa e difesa sono noti fin da inizio estate. Secondo la Procura i conti non sono in equilibrio e si deve decretare dunque il fallimento della società: «i bilanci evidenziano uno squilibrio finanziario della società che risulta sovraccaricata, quantomeno dal 2012, del peso dell’indebitamento, in particolare nei confronti degli istituti di credito e dei fornitori che rappresentano il 66-72% del totale fonti di finanziamento» scrive l’accusa.

Quanto alla linea difensiva della società, così riportava il Sole 24 Ore:

La difesa si basa essenzialmente su tre questioni: l’assenza di richiesta da parte dei creditori, il proseguimento dell’attività in continuità aziendale e l’approvazione avvenuta in questi giorni (dopo la richiesta di fallimento) dell’atto aggiuntivo al Cipe, che permette di stabilire nero su bianco una defiscalizzazione dell’opera per 380 milioni. Il fatto che non ci siano creditori, secondo la società, indica il fatto che non sussiste lo stato di insolvenza, al momento solo teorico e di prospettiva. Inoltre i bilanci sono stato firmati in continuità aziendale e l’assenza di un fondo rischi dipenderebbe dal fatto che secondo i termini di legge può essere costituito solo qualora ci sia certezza dell’ammontare. Infine l’atto Cipe, che ora dovrà essere vagliato dalla Corte dei conti, definisce, oltre alla defiscalizzazione, anche i tempi per il closing finanziario dei lotti B2, C e D. Infine viene sottolineato che se un prestito ponte è stato prorogato, questo sarebbe indice di forza e non di debolezza societaria

Le garanzie fin qui ottenute sono state frutto anche del valore simbolico dell’opera. La Pedemontana è stata sostenuta con forza da Regione Lombardia, prima in epoca formigoniana e poi con Maroni: la cerimonia d’apertura dei cantieri fu una vera e propria celebrazione delle capacità lombarde, nell’era d’oro delle infrastrutture che facevano capo all’assessore Raffaele Cattaneo. Anche se va notato che anche il Pd ha a lungo rivendicato il contributo dato dal centrosinistra del governo Prodi (via libera targato Di Pietro), facendo propria l’opera. Voci critiche, poche, almeno fino agli ultimi due anni. Come ben sintetizza l’Espresso:

La Pedemontana è una coproduzione dell’intero schieramento politico. Fra le poche eccezioni figurano i grillini e Giuliano Pisapia, che, da sindaco di Milano, nel 2014 ebbe il suo momento di rivolta in stile fantozziano («la Pedemontana lombarda è una cagata pazzesca») prima di essere crocifisso in sala mensa dai leghisti, dai formigoniani al crepuscolo e dal segretario regionale democrat, il varesino Alessandro Alfieri, che oggi si concede qualche pacata forma di antagonismo («la Pedemontana è il simbolo del fallimento di Maroni»)

lombardia generiche
il tracciato della Pedemontana, con i “peduncoli” delle opere di viabilità locale. In verde le opere attivate, in rosso quelle previste e non avviate

Il progetto iniziale della Pedemontana Lombarda prevedeva circa 160 chilometri di nuove strade, di cui 87 di autostrada e 70 di strade provinciali e comunali di raccordo o da riqualificare. Oggi sono in uso i 22 chilometri di autostrada A36 tra Cassano Magnago e Lentate sul Seveso (aperti tra 2015 e 2016), oltre alle brevi tratte a pedaggio della Tangenziale di Varese e di Como. Dal 2015 è emersa la difficoltà di garantire volumi di traffico e pedaggi insufficienti, anche per la brevità delle tratte coperte (in alcuni casi affiancati da strade quasi parallele), il costo chilometrico elevato e per il farraginoso sistema di pagamento con portali “free flow”. I costi di costruzione si sono rivelati elevatissimi anche per le difficoltà di attraversare territori tra i più urbanizzati d’Italia, cresciuti con una espansione caotica ancora negli anni Duemila: molti tratti sono in galleria o in trincea, il tracciato è quantomai tortuoso, sono serviti complessi adeguamenti della viabilità locale (tra cui il “riutilizzo” di un tratto della esistente superstrada Milano-Meda, trasformata in tratto autostradale).

I cantieri dell’opera si sono fermati a inizio 2016. L’attuale tratto completato è ben lontano da rappresentare il collegamento tra A8 e A4 che inizialmente si prevedeva di realizzare. Lo stop viene prima di tutto dallo Stato, che per Pedemontana ha speso moltissimo: «Lo Stato non può essere un bancomat», ha detto il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. «Se l’opera è stata pensata con dimensioni di traffico sbagliate, noi o i cittadini non possiamo metterci i soldi. Ne abbiamo già stanziati tanti: 1,2 miliardi più 800 milioni di defiscalizzazione. Cerchiamo di andare avanti con quello che c’è». Fin del sogno, a quanto pare.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 14 Settembre 2017
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Commenti

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    Scritto da Felice

    L’unico che si oppose al fallimento Pedemontana (per come è stata pensata e realizzata) fu il razionale Pisapia che ovviamente fu messo in croce.

    Quindi se dobbiamo parlare di fallimento tale scempio ha una firma ben equi-divisa tra Leghisti, Forza Italioti e Ciellini.
    Quindi i politici non sono tutti uguali per chi vorrebbe uniformare tutti alla solita “massa di ladri” di pentastellata memoria.

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      Scritto da Elettrotecnico

      Caro Felice,
      almeno questa autostrada serve a qualcuno che lavora e abitando nelle provincie di Varese e Como a volte ne può trarre vantaggio.
      Comunque chi la usa paga la sua quota, anche le tariffe del pedaggio, secondo me potrebbero essere riviste un po’ al ribasso.
      Si chieda invece quanto sono costate allo stato la Salerno Reggio C. ed il raccordo anulare di Roma, per i quali NESSUNO PAGA PEDAGGIO ed i costi dei quali sono totalmente a carico di tutti i contribuenti.

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        Scritto da Felice

        Sulla SA-RC lei sfonda una porta aperta, fatto è che la considero l’esempio di come dovrebbe essere una mangeria ed un fallimento collocata in un lembo di territorio che non considero nemmeno appartenente ad una “normale” Italia.

        Però dobbiamo analizzare a mente lucida i costi di Pedemontana diviso il numero di percorrenze, e se facciamo questa semplice divisione ci accorgeremo che questa autostrada ha costi pazzeschi rispetto alle automobili che la percorrono.
        A mio avviso non si possono trovare le cause di questo marcato sotto-utilizzo solo nei pedaggi troppo cari. Se ci fosse una strada che mi facesse
        evitare il pazzesco ingorgo giornaliero della Laghi e Tangenziale la percorrerei facendo qualche sforzo economico in più.
        Quello che invece non si vuole ammettere, quasi fosse un tabù impronunciabile, è che forse tutta questa esigenza di fare questa autostrada non esisteva, che le cifre sulle percorrenze sono state opportunamente gonfiate e che non avendola nemmeno completata perde di qualsiasi significato pratico e di utilità.
        Comunque come cittadini vessati dalle tasse e dopo aver visto dove vanno i nostri soldi non ci rimane che una cosa: votarli ancora.

  2. alessandro_zanzi
    Scritto da alessandro_zanzi

    A mio avviso la realizzazione della Pedemontana è stata iniziata dalla parte meno utile! Il tratto A1 è stato realizzato a fianco di una strada già esistente e abbastanza veloce, ed è pertanto scarsamente utilizzata, dato che è a pagamento. Il tratto della A36 rappresenta una scorciatoia, che però non è sufficientemente valida per giustificare il pagamento di un pedaggio da parte dei guidatori.
    Sarebbe stata molto più utile la parte arancione, a patto che fosse risultata abbastanza veloce!!

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      Scritto da Bustocco-71

      Alessandro, in realtà il tratto A1 che lei menziona (credo però sia il tratto VA1) corre sì parallelo alla SP57, che però era perennemente intasata. Il grosso problema è che nell’ora di punta all’uscita dell’A60 (intersezione con A8) si formano sempre code, e quindi quando sarebbe più utile non viene impiegata (la maggior parte passa da SP57-Gazzada-ponticello di via Aligheri – si fa prima di lì). Follia, ma così è.
      A36 invece sorprende per il buon traffico che ha, considerando il costo elevato.

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    Scritto da giorgio_martiniossola

    Egregio Signor Felice,le ricordo che le autostrade e le opere pubbliche non sono un businness per lo stato ma DEVONO essere realizzate come infrastrutture atte a migliorare la qualità della vita dei cittadini,cittadini che PAGANO le tasse proprio per questo motivo.Per rispondere alla sua ironia su chi votare,mi piacerebbe avere dei consigli da lei visto che descrive tutti come ladri,i leghisti,la destra dei forzaitalioti e i ciellini (PD),deride i pentastellati,mi spiega chi resta? si candidi lei….il mio voto lo avrà.

    1. Avatar
      Scritto da Felice

      Io voto in base ai risultati. Lei è contento dei risultati e dei costi di Pedemontana?
      Io non sono contento, anzi, sono furioso ma vedo che la gente non si chiede a sufficienza dove siano sparite intere cataste di soldi pubblici per realizzare una autostrada che rimane deserta la maggior parte del tempo.
      Questa regione è in mano da 25 anni alla destra. L’assessore regionale dei trasporti lo sappiamo benissimo che orientamento politico ha.
      La mia non è facile ironia. Io non sono soddisfatto di questa classe politica che ha sperperato denaro pubblico per una autostrada che non serve e che non è nemmeno finita.
      Non so come dirlo ma le mollette per tapparmi il naso le ho finite.

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