La casa di riposo di Agra chiude: ” Costi insostenibili”

Il 30 ottobre sarà l'ultimo giorno di attività della RSA Albertini Vanda che ospita attualmente una sessantina di ospiti. La Regione non concede la contrattualizzazione

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Non c’è pace per la casa di riposo di Agra. Dopo i fatti di cronaca che portarono alla chiusura per volere della magistratura nove anni fa e il nuovo stop deciso dall’Asl nel 2010, la struttura riaprì con una nuova società che subentrò nell’attività di residenza per anziani. Ora però, sembra che la parola fine sia di nuovo imminente. Nessun problema di assistenza, anzi. Per gli attuali 60 utenti e 40 dipendenti il futuro è segnato da una decisione della Direzione regionale del Welfare che ha negato la contrattualizzazione.
Il 30 ottobre, se non ci saranno novità dell’ultima ora, la struttura chiuderà.

Il Tar, lo scorso 13 settembre, ha rigettato il ricorso presentato dalla proprietà contro la decisione che nega la possibilità di entrare nel sistema di co-pagamento regionale.

Il ricorso riguardava le motivazioni della bocciatura perché, spiegava la Direzione generale del Welfare,  erano venute meno le ragioni per cui si era concesso il prestito nel 1999 ( sostituire le case per anziani esistenti in Agra e Marchirolo prive dei requisiti richiesti dalla normativa) dato che, nel frattempo, le finalità di avere una struttura a norma erano state superate grazie all’accreditamento e messa a contratto di un’altra RSA a Gerenzano.

« La decisione di effettuare contratti – spiega il direttore sociale di ATS Insubria Lucas Maria Gutierrez – risponde a requisiti ben spiegati dalla normativa e che vengono ogni anno rivisti in base alle esigenze. Quando, due anni fa, si formulò l’offerta sul territorio, la RSA di Agra non era nelle condizioni per poter avanzare la domanda. Per ora, margini per riaprire la contrattualizzazione non ce ne sono, ma di certo in futuro Regione Lombardia avvierà una nuova indagine e questa struttura, avendo ottenuto l’accreditamento, è in pole position per essere presa in considerazione. Chiaramente si preferisce offrire soluzioni vicine all’utenza e, nel caso di Agra, sappiamo perfettamente la bontà della struttura e del servizio. Purtroppo, però, la legge pone paletti ben specifici che non si possono violare».

La Sant’Ambrogio servizi ha così deciso di comunicare a Regione Lombardia e all’ATS Insubria la sua volontà. Una scelta assunta a malincuore e che pone fine a un servizio nato all’inizio del secolo grazie a un finanziamento regionale. Dopo un decennio travagliato, nel 2015 una nuova società riapre la RSA e ottiene l’accreditamento dalla Regione, segno che tutto è in regola e in linea con le richieste normative, ma non la contrattualizzazione che assicurerebbe il contributo di 40 euro al giorno fondamentale a contenere i costi per i pazienti che, altrimenti, devono pagare oltre 3000 euro al mese.

Il direttore della struttura Franco Turci conferma amareggiato la notizia della chiusura ma crede ancora in una soluzione possibile: « Stiamo cercando tutte le strade percorribili affinché questo servizio non venga meno e possa dare assistenza a 60 anziani del territorio e permettere di lavorare a oltre 40 operatori del sociale che altrimenti perderebbero il lavoro».

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Pubblicato il 22 Settembre 2017
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