L’ultima omelia di Scola: “Ho visto il risveglio della mia diocesi, ma non basta”

il cardinale Angelo Scola si è congedato dalla Diocesi di Milano, al termine dei suoi sei anni di episcopato sulla cattedra di Sant’Ambrogio

Cuasso al Monte - Visita card. Scola - foto di Maurizio Borserini

«Ho avuto la fortuna di vivere il mio ministero in un momento in cui, al di là delle contraddizioni, dei conflitti e dei problemi che ancora attanagliano la nostra metropoli, ho potuto vedere non pochi elementi di risveglio. Nello stesso tempo però avverto l’urgenza di dire con franchezza che questo non basta».

Queste sono le parole che questa sera, 8 settembre 2017, ha pronunciato in Duomo, il cardinale Angelo Scola nell’omelia con cui si è congedato dalla Diocesi di Milano, al termine dei suoi sei anni di episcopato sulla cattedra di Sant’Ambrogio.

Parlando della sua lunga esperienza di vescovo alla guida prima della diocesi di Grosseto, poi di Venezia ed infine di Milano, il Cardinale ha sottolineato: «In questi ventisei anni e più di episcopato, ho visto brillare la speranza, suscitata dall’incontro con Cristo, nelle più disparate condizioni di vita». Riferendosi a Milano ha poi voluto indicare i tanti segnali di rinascita: tra cui «la sua grande capacità di accoglienza, al di là di comprensibili sacche di paura», e «il gusto del paragone e del confronto tra quanti praticano diverse visioni del mondo». Fenomeni questi, come ha sottolineato Scola «Tanto più imponenti se si considera il processo di mescolamento in atto, in modo massiccio, anche sul nostro territorio».

Tuttavia il Cardinale è tornato a mettere in evidenza anche la strada che la città deve ancora compiere. «Qualche anno fa, in un Discorso di sant’Ambrogio, – ha ricordato il Cardinale – dissi che a Milano mancava l’anima. Alcuni contestarono questa mia affermazione. In parte avevano ragione, altrimenti questa crescita della metropoli non si spiegherebbe. Tuttavia c’è ancora un cammino da compiere. “Non dimenticarti di Dio” avevo raccomandato alla nostra città all’inizio del mio ministero in mezzo a voi, perché «Dio è con noi» (Vangelo, Mt 1,23). Questa memoria – in sei anni l’ho potuto toccare con mano – è ancora viva in molti tra le generazioni adulte dei vecchi e nuovi milanesi. Ma non sempre sappiamo vedere l’enorme potenziale di speranza e di costruzione di vita buona, cioè bella vera e giusta, che tale memoria contiene. Di conseguenza spesso non riusciamo a farlo scoprire ai giovani».

La messa di congedo del cardinale è stata quella della celebrazione del Pontificale nella Solennità della Natività della Beata Vergine Maria, iniziata in Duomo alle 21 dell’8 settembre. Dal giorno dopo la Diocesi sarà retta dal suo successore, Mario Delpini che ne prende possesso ufficialmente, dopo la sua nomina avvenuta a a luglio.

Con la fine del suo incarico pastorale in Diocesi, il cardinale Scola lascerà l’appartamento nel Palazzo Arcivescovile per risiedere nella casa canonica di Imberido di Oggiono (Lecco) vicino al suo paese natale, Malgrate. E proprio alla sua prossima casa si è rivolto alla fine dell’omelia: «Salendo da Oggiono ad Imberido, ad estate incipiente, ci si imbatte in un grande giardino colmo di ceppi di ortensie di svariati ed intensi colori. È impossibile evitare tutte le volte un “Oh!” di meraviglia. Amandolo e coltivandolo, qualcuno ha dato vita a quel giardino. Gli ha dato un’anima. Carissime, carissimi, amiamo Milano e la sua Chiesa».

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Settembre 2017
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