Inutile, sbagliato e costoso. La sinistra unita contro il referendum del 22 ottobre
Da Art. 1 a Possibile, da Sinistra Italiana al Pci. Appuntamento al Quadrifoglio di Borsano per sentire le ragioni del "non voto" al referendum sull'autonomia indetto dalla Regione
Inutile, sbagliato, costoso. con queste tre parole Sinistra Italiana invita a non votare, per denunciare i limiti e la strumentalità del referendum sull’autonomia voluto da Regione Lombardia.
«Il 22 ottobre i residenti di Lombardia e Veneto sono invitati a dare il loro parere se vogliono una maggiore “autonomia”. Che vincano i SI’ o i NO nulla cambierà comunque» – dicono i fautori del no.
Per approfondire queste tematiche le forze della sinistra organizzano un incontro pubblico mercoledì 18 ottobre a Busto Arsizio alle ore 21.00 presso la sede del Quadrifoglio in via Lodi 20.
«Accanto alla denuncia dello sperpero di denaro pubblico, che poteva essere utilizzato per i veri bisogni dei cittadini, riteniamo che sia anche necessario contrastare le politiche della Lega che promuove la guerra dei penultimi contro gli ultimi, per lasciare inalterati i privilegi.E riaprire una riflessione sulle condizioni delle autonomie locali, massacrate da anni di politiche di austerità».
Ne parleranno Claudio Mezzanzanica di Sinistra Italiana, Stefano Catone di Possibile, Guido Della Canonica di Articolo Uno MDP, Antonello Patta di Rifondazione Comunista, Giuseppe Nigro di Socialisti in movimento, Cosimo Cerardi del PCI.
L’articolo 116 della Costituzione già stabilisce la possibilità di attribuire alle Regioni “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”.
La proposta referendaria è dunque tecnicamente e giuridicamente inefficace. L’unica certezza di questo referendum sono gli enormi costi previsti: tra i 40 e i 50 milioni di euro. 22 milioni solo per l’acquisto dei tablet per il voto elettronico. Non poco per un referendum farsa, uno spot elettorale che pagano i cittadini.
I sostenitori dicono che vogliono fare arrivare nelle regioni del nord maggiori risorse: in continuità con il pensiero politico della Lega di Bossi si ripropone l’egoismo sociale secessionista come ricetta per affrontare la crisi.
Si vuole rompere la solidarietà nazionale, colpire le popolazioni del centro e sud Italia, proprio là dove Salvini cerca di crescere il proprio consenso agitando il tema della sicurezza connesso alle migrazioni.
Una bella contraddizione di cui la Lega non si cura.
Questo referendum non è che il tentativo di compiere un passettino più in là nel percorso di distruzione, anche in Italia, della coesione sociale e nazionale.
E’ evidente il tentativo di governare il malessere sociale che serpeggia ora anche tra noi, grazie alle politiche neo liberiste propinateci per più di vent’anni.
Politiche che ormai mostrano i loro limiti in quanto hanno reso ricche unicamente la grande finanza e le classi sociali apicali mentre sta rendendo tutte le altre classi, soprattutto la classe media, sempre più povere.
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